I ricorsi dei vertici della Banca popolare di Bari contro le sanzioni amministrative pecuniarie irrogate dalla Consob nel settembre 2018 sono stati tutti bocciati.
Le sanzioni erano state decise nell’ambito delle operazioni di aumento di capitale 2014 e 2015, omesso di riportare nei “Prospetti” informazioni complete sulla determinazione del prezzo di offerta delle azioni. Così determinando l’impossibilità per gli investitori di acquisire “notizie utili al conseguimento di un fondato giudizio sulle azioni offerte”.
Resta confermata dunque la decisione della Corte d’appello di Bari. In particolare, per il giudice di secondo grado la banca avrebbe dovuto “non soltanto indicare il prezzo ed il metodo di determinazione del prezzo, ma anche fornire ulteriori informazioni circa i criteri di determinazione del prezzo non seguiti, che avrebbero dato luogo ad intervalli più bassi”.
Una interpretazione giudicata dalla Cassazione conforme al Regolamento n. 809/2004/CE, oltreché “alle migliori prassi di mercato seguite dagli emittenti quotati”.
Riguardo poi i doveri dei manager, la Suprema corte precisa che la rilevanza delle attività – come un’offerta al pubblico finalizzata ad un aumento di capitale – “avrebbe dovuto indurre gli amministratori, pure non esecutivi, rimasti inerti, ad esigere un supplemento di informazioni o ad attivarsi in altro modo”. Inoltre, la Cassazione precisa che gli amministratori “indipendenti” sono comunque “amministratori” cumulando le tipiche attribuzioni gestorie alle precipue competenze di monitoraggio dell’attività degli esecutivi, “al punto che il loro ruolo attivo essenziale attiene proprio alla verifica dell’operato degli altri amministratori e dei manager, per evitare che vengano commessi abusi da parte di chi esercita il potere all’interno della società ed assicurare che la medesima società persegua nello svolgimento della propria attività i principi di trasparenza e correttezza”.
Confermate dunque le sanzioni per Marco Jacobini (presidente del Cda, 60.000 euro); Modestino Di Taranto (Cda, 30.000); Luca Montrone (Cda, 30.000) Paolo Nitti (Cda, 30.000); Giorgio Papa (Cda, Ad ad aprile 2015, Dg da maggio 2015, 35.000); Francesco Pignataro (Cda, 30.000) Arturo Sanguinetti (Cda, 30.000); Francesco Venturelli (Cda 30.000); Gianfranco Viesti (Cda, 30.000); Francesco Giovanni Viti (Cda, 30.000); Roberto Pirola (presidente del Collegio sindacale, 30.000); Fabrizio Acerbis (componente del Collegio sindacale, 30.000); Antonio Dell’Atti (componente Collegio sindacale, 30.000); Vincenzo De Bustis Figarola (Dg, euro 40.000).
Per gli azionisti che hanno fatto quelle sottoscrizioni cosa ne viene?
Praticamente spiccioli per quanto hanno lucrato.
RESET totale di tutti i dipendenti e direttori di filiale,
che se pur vittime del sistema, hanno contribuito consapevolmente alla “truffa” nei confronti degli azionisti e clienti.
(e continuano….)
Quale futuro ha il gruppo è le discendenti succursali?