Più controlli e sanzioni per i locali: così Bari sfida la malamovida

Governo della notte e gestione della Movida: una problematica comune a molte delle principali città italiane. Ed è anche il tema discusso ieri e oggi a Torino durante il convegno organizzato dal Forum per la sicurezza urbana (Fisu) che ha visto il confronto di sei realtà metropolitane: Bari, Perugia, Firenze, Bologna, Milano e appunto il capoluogo piemontese. Una due giorni che ha avuto l’obiettivo non solo di analizzare il fenomeno e la sua gestione, ma anche di delineare una risoluzione con la quale le città si impegnano a identificare una serie di soluzioni comuni, da declinare poi a seconda della singola realtà mettendo in comune le buone pratiche.

Durante la prima giornata è stata anche presentata un’indagine condotta dal Forum sulla movida nelle sei città prese in esame, che delinea problematiche comuni legate a questo fenomeno, come la presenza indiscriminata di vetro e l’abuso di alcol, e altre più legate alle singole realtà: dal tema del rumore contro il quale combatte Torino, al turismo di massa per Firenze, alla microcriminalità (in particolare le spaccate e lo spaccio di sostanze stupefacenti) a Milano. I ricercatori hanno messo in evidenza la necessità di «affrontare la questione in ottica di sistema e non come pura e semplice emergenza» e di «uscire dall’idea della movida e pensarla invece come il necessario governo di un tempo della città».

In rappresentanza del Comune di Bari è intervenuto il comandante della polizia locale Michele Palumbo, che ha illustrato le principali criticità di Bari e le soluzioni messe in campo dalle forze dell’ordine per governare il fenomeno. Con particolare attenzione al quartiere Umbertino, zona calda della “malamovida” cittadina.

Secondo quanto riferito nell’intervento del capo della polizia locale, lo sviluppo commerciale ed economico e la fioritura di nuovi esercizi pubblici in zone della città prima riservate esclusivamente ai residenti e ai servizi a essi dedicati, ha portato inevitabilmente alla comparsa di fenomeni come la sosta irregolare e incontrollata dei veicoli, l’abbandono di bottiglie di vetro e all’abuso di alcool. Per contrastare le derive della movida cittadina l’amministrazione è ricorsa all’implementazione, innanzitutto, delle misure di limitazione del traffico e all’aumento serrato di controlli sui limiti alle emissioni sonore provenienti dagli impianti audio dei pubblici esercizi. Inoltre, l’introduzione del Documento Strategico del Commercio ha innovato l’approccio dell’amministrazione ad uno dei fenomeni collaterali e presupposto della “malamovida”, ossia la diffusione nei pubblici esercizi di musica oltre la mezzanotte (con provvedimenti di chiusura temporanea per i trasgressori). La previsione, contenuta nell’articolo 9, è un deterrente fondamentale poiché l’afflittività della norma sanzionatoria (sospensione attività) è in grado di garantire una forte responsabilizzazione dei gestori dei pubblici esercizi.

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