Picchiò la fidanzata rompendole un dente con un colpo al viso per gelosia. Due anni di reclusione è la condanna inflitta dalla giudice Carlotta D’Alessandro del tribunale di Bari nei confronti di un imputato all’epoca dei fatti 27enne della provincia barese.
Il giovane, difeso dall’avvocato Giuseppe Strambelli, è stato condannato per lesioni ma assolto dall’accusa di stalking. Secondo la denuncia della vittima, il ragazzo era diventato ossessivamente morboso, le impediva perfino di sorridere ad altre persone, e l’aveva costretta a licenziarsi dal lavoro e cancellarsi dai social network.
I due, entrambi del ’90, si erano conosciuti al lavoro, entrambi camerieri in un ristorante. Questo l’episodio chiave al centro del processo: a febbraio del 2017 la ragazza attendeva il fidanzato sotto casa, preoccupata per la salute del padre sottoposto a intervento chirurgico. Il giovane, anziché consolarla, la aggredì con una scenata di gelosia e la colpì al volto. L’anello che portava al dito le provocò la rottura del dente e una ferita al labbro.
L’episodio fu denunciato alle forze dell’ordine due mesi dopo. «I familiari della ragazza neanche volevano denunciare, è stata lei a insistere», racconta dopo cinque anni di processo (di primo grado) l’avvocata Rosa Di Pierro, legale che costituita parte civile per la vittima ha ottenuto anche un risarcimento immediato (provvisionale) di 3500 euro e un altro da stabilire in sede civile. «La ragazza ha avuto coraggio perché questo processo è nato ben due anni prima dell’entrata in vigore del codice rosso, quando non c’erano norme, attenzione e sensibilità come quelle attuali nei confronti di episodi violenti ai danni delle donne», aggiunge l’avvocata.
Secondo quanto denunciato dalla ragazza, l’opprimente gelosia del fidanzato era diventata ben presto patologica. Il giovane pretendeva che la ragazza abbassasse lo sguardo e non rispondesse ai sorrisi di qualunque uomo, fosse anche un collega. A causa di questa ossessiva gelosia, la vita di coppia era presto diventata un incubo. Durante le liti, sempre più frequenti, il fidanzato insultava pesantemente la ragazza usando anche violenza fisica: spintoni, schiaffi e calci.