È fuori pericolo il gattino Leone che, a capodanno, è stato «orrendamente ferito» da un petardo lanciato da ignoti a San Ferdinando di Puglia.
A informare sulle condizioni del gattino è la sindaca Arianna Camporeale che parla di «uno spregevole episodio di assurda ferocia, di violenza e disprezzo di ogni valore».
Quanto accaduto a Leone ha fatto il giro dei social ed è stato ripreso anche dalla stampa nazionale. Non si è trattato di un incidente «legato al malcostume dei botti per festeggiare», sottolinea la sindaca, ma di «una vera atrocità per mano di un gruppo di giovanissimi. Da mamma e da amante degli animali – afferma la prima cittadina in un video diffuso sui canali social del Comune -, sono delusa, sono esterrefatta e mortificata, come tutta la nostra comunità che in queste ore ha giustamente condannato quanto accaduto».
L’amministrazione comunale segue sin dall’inizio l’iter della denuncia presentata da una associazione ambientalista. «E dal primo momento ci siamo prodigati per individuare gli autori di questo folle gesto, fornendo ogni collaborazione alle forze dell’ordine», assicura Camporeale, evidenziando che l’amministrazione ha «contribuito alla raccolta fondi per curare il gattino Leone, che ora per fortuna pare fuori pericolo».
La sindaca rivolge poi un appello ai sanferdinandesi: «Chiunque sappia, abbia foto o video, denunci apertamente e si affidi alle istituzioni, senza giudizi sommari o improbabili leggi del taglione».
I Servizi sociali del Comune, intanto, «hanno già convocato alcuni ragazzini, nel mirino della Polizia locale per altri episodi di vandalismo. Una volta accertate le responsabilità, saranno perseguiti come previsto dalla legge».
Le condizioni di Leone, dunque, migliorano anche se lentamente «e ne siamo tutti lieti – conclude Camporeale -. Ma chi lo ha quasi ucciso per noia e divertimento ne dovrà pagare le conseguenze. A qualsiasi età. Perché quella cattiveria che oggi si è scagliata sul povero gattino rappresenta un campanello di allarme, di potenziale pericolo per tutta la comunità».