Pesca abusiva di datteri di mare e distruzione dell’ecosistema marino: due arresti a Taranto

Due persone sono state arrestate dalla Capitaneria di porto di Taranto con l’accusa di pesca abusiva di datteri di mare, inquinamento e disastro ambientali.

I due, secondo l’accusa, avrebbero provocato la distruzione di lunghi tratti di costa attraverso la costante e ripetuta demolizione di scogliere frangiflutti per asportare datteri nella Rada Mar Grande del porto di Taranto, e più precisamente nelle zone secca della Tarantola e Isole Cheradi (San Pietro e San Paolo).

L’azione posta in essere dai due presunti pescatori di frodo avrebbe provocato l’alterazione dell’ecosistema marino e della biodiversità presente nelle acque.

I due avrebbero agito, secondo l’accusa, per ottenere un ingiusto guadagno attraverso la vendita abusiva del prodotto ittico, in assenza, peraltro, della preventiva depurazione e, quindi, potenzialmente pericoloso per la salute pubblica e «in spregio al divieto assoluto di pesca e commercializzazione stessa della specie stabilito da fonti normative internazionali, eurounitarie e nazionali», come si legge in una nota della Guardia costiera.

Come anche accertato da videoriprese subacquee, la Guardia costiera ha potuto constatare come «l’attività di estrazione illecita dei datteri dal loro habitat naturale protetto abbia, nel tempo, provocato il deturpamento della scogliera tramite picchettatura e la conseguente depauperazione dell’ecosistema marino causando la perforazione e lo sgretolamento delle scogliere».

La misura cautelare è stata emessa dal gip del tribunale di Taranto su richiesta della locale Procura.

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