Per mesi avrebbero scaricato reflui nelle condotte di Aqp: indagini nel Tarantino. Sequestrati i mezzi

Per diversi mesi quattro mezzi autospurgo, di proprietà di imprese private del settore, della capacità di 40mila litri ciascuno, avrebbero scaricato rifiuti reflui fognari nelle condotte di Acquedotto pugliese nel Tarantino, per un totale presunto di 130 tonnellate smaltite illecitamente.

Alle prime ore di questa mattina, i carabinieri del capoluogo jonico hanno eseguito un provvedimento cautelare reale e patrimoniale emesso dal gip del tribunale di Lecce, su richiesta della direzione distrettuale antimafia, per i reati di associazione per delinquere ed attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, gestione illecita di rifiuti speciali.

L’indagine, partita a dicembre 2021, è stata coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Lecce e dalla Procura di Taranto. I militari hanno approfondito il fenomeno delle immissioni illecite di reflui fognari nelle condotte fognarie di proprietà di Aqp da parte di ditte del settore dell’autospurgo. Dopo aver notato in diretta un illecito sversamento di reflui nella rete fognaria da un cosiddetto ”bottino”, ad opera di personale di una ditta specializzata.

Le successive attività investigative condotte dalla polizia giudiziaria hanno fatto ipotizzare una serie di scarichi illeciti di refluo fognario tramite visione dei filmati di impianti di videosorveglianza, monitoraggio tramite apparecchiature Gps dei camion adibiti ad auto spurgo ed anche attraverso l’esame dei formulari dei rifiuti depositati all’Aqp di Taranto.

Numerosi sono i fotogrammi ed i video che immortalano le attività condotte dai vari operatori di volta in volta chiamati ad effettuare i prelievi da civili abitazioni della provincia di Taranto e i successivi sversamenti nelle condotte pubbliche gestite da Aqp.

Gli indagati avrebbero costituito un’associazione a delinquere finalizzata all’effettuazione di più operazioni di ricezione, trasporto e gestione abusiva di rifiuti, sfruttando l’allestimento di mezzi e attività organizzate, allo scopo di conseguire un profitto ingiusto, costituito dal risparmio di costi, quantificato, per il solo periodo di riferimento, in oltre 8mila euro, derivanti da quelle modalità di smaltimento di liquami rispetto alle procedure ordinarie, che avrebbero imposto il conferimento dei reflui nel depuratore.

Il provvedimento cautelare reale e patrimoniale ha permesso di sequestrare 3 mezzi, al fine di impedire la commissione di altri reati, nonché di eseguire il sequestro preventivo della somma di 8mila euro.

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