Paul Haggis resta ai domiciliari: la decisione del Tribunale di Brindisi

Il regista e sceneggiatore premio Oscar Paul Haggis resta agli arresti domiciliari ad Ostuni.

Lo ha deciso la gip del Tribunale di Brindisi Vilma Gilli che non ha convalidato il fermo per mancanza del pericolo di fuga, ma ha applicato nei suoi confronti la misura cautelare per violenza sessuale ai danni di una 30enne inglese.

Nell’interrogatorio di questa mattina, assistito dall’avvocato Michele Laforgia, Haggis aveva risposto alle domande dichiarandosi innocente.

Per la gip di Brindisi, Paul Haggis può inquinare le prove e reiterare il reato. La giudice ritiene che «in attesa dell’ascolto in contraddittorio della presunta vittima – fa sapere la difesa di Haggis, l’avvocato Michele Laforgia – sussista il rischio di inquinamento dell’unica fonte di prova».

Quanto al pericolo di reiterazione del reato, la gip lo ha ritenuto sussistente «in ragione – aggiunge il difensore – della pendenza di un contenzioso civile avente analogo oggetto negli Stati Uniti».

Contestualmente alla esecuzione del provvedimento di fermo, lo scorso 19 giugno, la Procura di Brindisi aveva già chiesto l’incidente probatorio per cristallizzare il racconto della donna presunta vittima di Haggis, «unica fonte di prova che lo stesso giudice – dice la difesa del regista – ritiene necessario sottoporre ad ulteriori verifiche e riscontri ‘posto che la versione difensiva offerta offre numerosi spunti investigativi».

«Nel provvedimento – spiega l’avvocato Michele Laforgia – si dà atto delle opposte versioni della persona offesa e dell’indagato, riconoscendo che nei referti medici non vi è prova di alcuna lesione fisica a carico della presunta vittima, come sostenuto dalla difesa nel corso dell’udienza di convalida».

«La difesa, nel formulare espressa riserva di impugnazione del provvedimento nei termini e nei modi previsti dalla legge, ribadisce ancora una volta che l’indagato dichiara di essere completamente estraneo alle accuse, confidando che sarà rapidamente ristabilita la completa verità dei fatti e restituita la libertà all’indagato», dichiara ancora l’avvocato Michele Laforgia.

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