Parenti dei boss assunti. Le indagini delle forze dell’ordine su finti incidenti all’Amtab

I tentacoli della mafia nella gestione delle aziende pubbliche. Accade da sempre, accade oggi a Bari, all’interno dell’Amtab, la società in house del comune di Bari (suo unico azionista), concessionaria del servizio di trasporto pubblico locale e della gestione della sosta tariffata nel territorio comunale, negli ultimi mesi sono stati assunti parenti di personaggi di spicco della criminalità locale. Le mansioni alle quali sarebbero stati applicati sono diverse, ma la circostanza non sarebbe sfuggita alla Direzione distrettuale antimafia che sta tenendo sotto controllo la questione.

Tra i neo assunti, ci sarebbero parenti del “mammasantissima” del quartiere Japigia Savino Parisi, ma anche affiliati ad altri clan potenti sul territorio barese.

Le assunzioni, come previsto dal regolamento relativo a società con partecipazione pubblica, sono regolate da concorsi e bandi pubblici di selezione. Sembra quindi inevitabile, a questo punto, immaginare che tutti gli assunti legati da rapporti di parentela ai clan locali abbiano superato tutti gli step previsti dal regolamento. Possibilità che i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Bari stanno valutando, accendendo nuovamente i riflettori sull’Amtab, già finita negli anni scorsi al centro di inchieste giudiziarie.

Un altro filone sul quale si stanno concentrando le indagini delle forze dell’ordine è emerso da alcune intercettazioni in corso, e riguarderebbe la gestione che alcuni dipendenti hanno dei mezzi, autobus in particolare. E cioè il fatto che molti degli incidenti e relativi danneggiamenti riportati nelle relazioni di servizio siano in realtà pilotati o addirittura simulati per poi ricavarne dei benefici
personali.

Una circostanza che al momento non sarebbe contestata a nessuno in particolare ma sulla quale si sono accesi i riflettori. Non è un mistero, infatti, che dei bus in circolazione solo una parte è nuova o in buone condizioni. Quelli malfunzionanti, e che a volte si bloccano con notevoli disagi alla circolazione e alle esigenze dei cittadini, sono ormai una vera e propria evidenza.

Un altro scandalo sulla manutenzione dei mezzi coinvolse, alcuni anni fa, l’ex direttore generale Nunzio Lozito e l’allora responsabile dell’area tecnica Vito Rogazione Stea. Altri due imputati, Onofrio Soldano, capo area contratti e appalti dell’Amtab e l’imprenditore Pietro Di Paola, avevano chiesto di essere processati con il rito abbreviato. L’ipotesi di reato, contestata dall’allora sostituto procuratore (ora alla Procura generale), Francesco Bretone, riguardava gli appalti per la manutenzione degli autobus, che per l’accusa sarebbero stati concessi in cambio di assunzioni di familiari. Tra le imputazioni a processo anche presunte irregolarità nei
pagamenti di lavori di manutenzione e nella fatturazione dei pezzi di ricambio.

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