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Otto officine meccaniche abusive scoperte nel Barese: sanzionati anche i clienti – VIDEO

Sono otto le officine meccaniche abusive scoperte dai finanzieri della compagnia di Monopoli nell’ambito di controlli effettuati in provincia di Bari, in particolare tra i comuni di Monopoli, Conversano, Polignano a Mare e Castellana Grotte. Alle persone impegnate nelle attività all’interno delle officine sono stati contestati l’esercizio non autorizzato della professione e il mancato rispetto…

Sono otto le officine meccaniche abusive scoperte dai finanzieri della compagnia di Monopoli nell’ambito di controlli effettuati in provincia di Bari, in particolare tra i comuni di Monopoli, Conversano, Polignano a Mare e Castellana Grotte.

Alle persone impegnate nelle attività all’interno delle officine sono stati contestati l’esercizio non autorizzato della professione e il mancato rispetto della normativa di settore, nonché delle disposizioni in materia di tutela dell’ambiente e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Denunciata anche una persona che percepiva indebitamente il Reddito di cittadinanza.

I militari hanno incrociato i dati in loro possesso con le informazioni ottenute grazie a una costante presenza sul territorio e alla mirata consultazione dei vari social network.

Sono state elevate sanzioni per oltre 45mila euro per l’omessa iscrizione al registro delle imprese e la mancata istituzione del registro di carico e scarico dei rifiuti, trattandosi di scarti di lavorazione ed oli pericolosi e inquinanti. Multati anche i proprietari dei veicoli in riparazione per essersi rivolti ad officine non autorizzate.

Sono state sottoposte a sequestro amministrativo le strutture individuate e le attrezzature utilizzate, come macchinari e utensili professionali, ponti sollevatori fissi, gru idrauliche, banchi da lavoro e anche una stazione per la saldatura ossiacetilenica, conservata e utilizzata nell’inosservanza delle basilari disposizioni sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, con connesso rischio di incendio/esplosione, nonché di intossicazione da parte degli utilizzatori.

In alcuni casi si è proceduto anche al sequestro penale dell’intera area dove veniva svolta l’attività, perché mancavano le autorizzazioni per l’emissione in atmosfera e per lo scarico delle acque reflue industriali, contravvenendo alle disposizioni del Testo unico ambientale.

Le persone coinvolte sono state deferite all’Autorità giudiziaria per varie ipotesi di reato, tra cui inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, mancanza del documento di valutazione dei rischi, omessa nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, immissioni in atmosfera e scarico di acque reflue industriali senza autorizzazione. Contestato anche l’esercizio abusivo della professione.

Sono poi in corso gli approfondimenti sulle posizioni fiscali dei soggetti al fine di ricostruire i ricavi non dichiarati e l’imposta evasa, attraverso l’analisi della documentazione extracontabile reperita.

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