Otranto, un ostello trasformato in affittacamere: l’ex sindaco Cariddi tra i 6 indagati

Un’area di circa 900 metri quadrati, situata nella periferia di Otranto, è stata sequestrata su disposizione del giudice per le indagini preliminari Marcello Rizzo, su richiesta del pm Patrizia Ciccarese. Il provvedimento è stato emesso a seguito di presunte violazioni del testo unico di edilizia rilevate dagli inquirenti. L’immobile, ancora in stato di rustico e situato al lotto 3 della zona Pip di Otranto, in via Monsignor Luigi Bienna, è al centro di un’inchiesta che coinvolge sei indagati.

Le indagini

I fatti contestati riguardano un arco temporale che va dal 2017 al 2022. Le irregolarità sono emerse durante un sopralluogo effettuato nel maggio scorso. Gli indagati sono accusati di aver contribuito, a vario titolo, alla realizzazione di un complesso edilizio destinato all’attività di affittacamere in un’area dove, inizialmente, era previsto un progetto per un ostello della gioventù. Gli indagati Andrea De Benedetto, 32enne di Otranto, rappresentante legale della società Kairos Srl, proprietaria dell’immobile; Emanuele Maria Maggiulli, 58enne di Muro Leccese, ex responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Otranto; Giuseppe Tondo, 71enne di Otranto, ex responsabile dell’Ufficio del paesaggio del Comune di Otranto; Pierpaolo Cariddi, 58enne di Otranto, ex sindaco e tecnico progettista e direttore dei lavori; Andrea Corvaglia, 32enne di Uggiano La Chiesa, attuale responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Otranto; e Serena Luisa Rosati, 50enne di Otranto, ex responsabile dell’Ufficio del paesaggio del Comune di Otranto e attuale assessora all’Urbanistica e alle opere pubbliche.

Le accuse

Gli indagati sono accusati di costruzione abusiva senza i necessari permessi edilizi e paesaggistici e falsificazione di documenti ufficiali. In particolare, a De Benedetto e Cariddi avrebbero falsamente attestato, nelle richieste depositate in Comune, che l’immobile non fosse soggetto a tutela ambientale paesaggistica.

Il sequestro

I sigilli sono stati affissi ad una struttura che comprende un seminterrato, un piano rialzato e un primo piano con abitazione del titolare, sei alloggi per gli ospiti, sala da pranzo, cucina, bagno e una prevista piscina di 17 metri quadrati, il tutto edificato senza alcun permesso di costruire e senza autorizzazione paesaggistica. Gli atti che hanno portato all’edificazione sono stati giudicati illegittimi, poiché rilasciati in variante rispetto al progetto originale, che prevedeva un ostello della gioventù, in un’area classificata come “prati e pascoli”.

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