Otranto, i fratelli Cariddi chiedono di essere ascoltati

È arrivata nell’ultimo giorno utile la richiesta dei fratelli Cariddi di voler raccontare la propria versione dei fatti. Pierpaolo Cariddi, 56enne, oramai ex sindaco di Otranto, e il fratello Luciano, 54enne, suo predecessore nel decennio 2007-2017, in carcere dal 12 settembre scorso con l’accusa di aver messo in piedi un sistema per acquisire consensi e profitti, dopo aver fatto scena muta nell’interrogatorio di garanzia, si dicono pronti per essere interrogati dai magistrati titolari del fascicolo d’inchiesta, il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e il sostituto Giorgia Villa, a loro spetta ora decidere se accordare o meno la richiesta.

Gli avvocati difensori di Pierpaolo Cariddi, Gianluca D’Oria e Alessandro Dello Russo, e Michele Laforgia e Viola Massa per il fratello Luciano, nelle scorse ore hanno depositato istanza al Tribunale del Riesame di Lecce dopo un’attenta lettura di tutto il fascicolo d’inchiesta.

I due, ritenuti i personaggi chiave dell’inchiesta, dovranno difendersi dai numerosi episodi di accusa raccontanti nelle quasi mille pagine di ordinanza di custodia cautelare. Insieme ai fratelli Cariddi sono coinvolte altre otto persone tra dirigenti comunali e imprenditori finite ai domiciliari.

L’operazione denominata “Hydruntiade” avrebbe svelato metodi per avvantaggiare imprenditori facoltosi, principalmente attivi nel settore turistico. Le accuse mosse a vario titolo sono associazione per delinquere finalizzata al compimento di plurimi delitti contro la pubblica amministrazione, atti contrari ai doveri d’ufficio, frode in processo penale e depistaggio, concussione, turbata libertà degli incanti, rivelazione di segreto d’ufficio, truffa ai danni dello Stato e della Comunità Europea.

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