Otranto, dopo l’incendio lo scenario è apocalittico: in fumo 120 ettari – FOTO

Sono 120 gli ettari bruciati lo scorso sabato dall’incendio che ha colpito il Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase con macchia mediterranea e decine di piante di ulivo incenerite in pochissime ore. Uno scenario quasi apocalittico quello vissuto qualche giorno fa sull’Adriatico meridionale che ci consegna, oggi, una scenografia funebre del nostro territorio.

E a distanza di qualche giorno, è il presidente del Parco, l’ingegnere Nicola Panico, a spiegare quanto, delle volte, sia difficile intervenire. E in una situazione emergenziale che coinvolge un intero Paese, le criticità aumentano esponenzialmente.

«In Italia sono presenti quindici canadair che potrebbero anche essere sufficienti in un mondo normale ma in questo mondo no, perché c’è una continuità di incendi che provoca un’emergenza nazionale epocale. Qui in Salento sono numerosissimi gli eventi registrati ogni anno e per quanto possa esserci lo sforzo delle istituzioni, pulendo la sentieristica e insegnando alla cittadinanza le buone pratiche, è difficile entrare nel particellare di una situazione frammentatissima di una proprietà che, a livello capillare, è veramente difficile da individuare per via di eredi, eredi degli eredi e così via, con terrazzamenti abbandonati a sé stessi e difficili da raggiungere. Ciò comporta dunque una difficoltà nella rapidità d’intervento».

Nel Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase la pattuglia della Protezione civile (che lavora nell’area dal primo di giugno al 30 settembre) disinnesca quotidianamente decine di potenziali incendi, a testimonianza di un lavoro lungo e considerevole.

«Con un’associazione di volontariato con la quale collaboriamo da anni – ha aggiunto Panico – abbiamo eseguito il rilievo della terra bruciata. Questo dramma ci dà l’opportunità di guardare bene il territorio come non era mai stato fatto in precedenza poiché, una volta bruciato il terreno, è possibile individuare delle potenzialità che, coperto dalla macchia mediterranea, il terreno non ci farebbe vedere. Per questo, nel prossimo immediato futuro, tracceremo delle aree per avere delle fasce tagliafuoco più importanti rispetto a quelle oggi rappresentate dalla sentieristica regionale. Quindi, nella sua gravità, l’incendio ci ha permesso di individuare delle zone di minor pregio che possono rappresentare delle oasi o fasce tagliafuoco importanti per interrompere l’avanzata delle fiamme».

(foto: Asd MTB Tricase)
(foto: Asd MTB Tricase)
(foto: Asd MTB Tricase)

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