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Orta Nova, uccise l’ex suocera a coltellate. La Procura: «Ergastolo per Aghilar»

Ergastolo con isolamento diurno per un anno, oltre ai provvedimenti accessori previsti per legge. È la pena richiesta dalla Procura di Foggia per Cristoforo Aghilar, il 39enne di Orta Nova omicida che confessò della ex suocera Filomena Bruno. La Pm Rosa Pensa, che nell’udienza di ieri era affiancata dal procuratore capo Ludovico Vaccaro, durante una…

Ergastolo con isolamento diurno per un anno, oltre ai provvedimenti accessori previsti per legge. È la pena richiesta dalla Procura di Foggia per Cristoforo Aghilar, il 39enne di Orta Nova omicida che confessò della ex suocera Filomena Bruno. La Pm Rosa Pensa, che nell’udienza di ieri era affiancata dal procuratore capo Ludovico Vaccaro, durante una delle fasi decisive del processo di primo grado, in corso nella Corte di Assise di Foggia, ha invocato per l’indagato il massimo possibile della detenzione in carcere.

L’omicidio era avvenuto il 28 ottobre 2019. In precedenza, Aghilar, dopo aver convissuto per un mese, in Germania, con Miriana, figlia di Filomena Bruno, era stato lasciato dalla compagna, che era tornata ad Orta Nova. L’uomo non si era rassegnato: era rientrato anche lui nella cittadina dei Cinque Reali Siti e aveva cominciato a chiedere ossessivamente a tutti dove fosse la ex fidanzata, che però, si era trasferita in casa di parenti, per sottrarsi alle eventuali cattive intenzioni di Aghilar. I carabinieri della locale stazione avevano anche suggerito a Filomena Bruno di trasferirsi in casa dei suoi genitori perché Aghilar, pochi giorni prima, l’aveva minacciata con una pistola per farsi dire dove fosse Miriana. Il fatto era successo nel bar di proprietà del fratello di Filomena.

Nel giorno fatale, Filomena Bruno era rientrata a casa sua, accompagnata dall’anziana madre, per recuperare alcuni oggetti personali. Aghilar ha sorpreso le due donne nell’appartamento e ha ammazzato la ex suocera 53enne con un coltello da sub, fuggendo subito dopo il delitto. Il giorno successivo venne catturato, senza opporre resistenza, in casa degli zii, a Carapelle, dove stava cenando.

Aghilar, che un anno prima era stato già arrestato nell’operazione “Marmot”, condotta dai carabinieri contro una banda di criminali che assaltava i bancomat, era finito nel carcere di Foggia, dal quale, però, era evaso il 9 marzo 2020 quando, assieme ad altri 71 detenuti, era riuscito a farsi aprire il cancello. Era stato catturato il 29 luglio dello stesso anno in un casolare di Minervino Murge dove era rimasto nascosto per gran parte del tempo. Aghilar ha ammesso di aver compiuto il delitto, ma la difesa punta ad escludere la premeditazione, affermata, invece, con forza sia dalla pubblica accusa.

La discussione delle parti civili (avvocati Michele Sodrio e Anna Luce Sardone) e della difesa (avvocato Marco Merlicco) sono previste nella seconda metà di gennaio. A seguire, la sentenza.

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