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Ordigni ad Andria, Don Riccardo Agresti: «Chi compie attentati ha più paura di chi li subisce»

Si indaga ad Andriaper risalire agli autori dell’attentato dinamitardo, che nelle prime ore di sabato scorso, hanno fatto esplodere, in via Don Riccardo Lotti, al quartiere Carmine, un ordigno di fattura artigianale, che ha distrutto la saracinesca ed alcuni arredi di un esercizio commerciale per la vendita di surgelati. Riaperto a tempo di record, i…

Si indaga ad Andriaper risalire agli autori dell’attentato dinamitardo, che nelle prime ore di sabato scorso, hanno fatto esplodere, in via Don Riccardo Lotti, al quartiere Carmine, un ordigno di fattura artigianale, che ha distrutto la saracinesca ed alcuni arredi di un esercizio commerciale per la vendita di surgelati. Riaperto a tempo di record, i titolari dell’esercizio hanno ricevuto la solidarietà dell’amministrazione comunale, con la visita della prima cittadina, scossa per questo ennesimo episodio d’intimidazione, il quinto dall’inizio del 2023.

Intanto è convocato per oggi, alle ore 16.30, nella sala consiliare del Comune di Andria, il nuovo incontro dell’Osservatorio sulle Tensioni Economico Sociali, istituito dal prefetto di Barletta Andria Trani, Rossana Riflesso, per approfondire e discutere le principali problematiche sociali ed economiche sulcontesto territoriale. Tra le questioni che saranno discusse non potrà mancare l’allarme sociale scatenato da questi ripetuti episodi criminali. Con il prefetto, il sindaco di Andria, i componenti dell’Osservatorio (i vertici delle Forze di Polizia e i rappresentanti di Arca, Camera di Commercio, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e partenariato economico e sociale), ci saranno anche i rappresentanti di enti ed associazioni locali del tessuto produttivo cittadino.

Non mancherà don Riccardo Agresti, promotore di numerose battaglie contro l’illegalità, protagonista di azioni solidali a sostegno di quanti oggi sono preda della criminalità, egli stesso minacciato quando era parroco della chiesa di Maria SS. Addolorata alle Croci, per la sua ferma volontà a combattere ogni forma di sopruso.
«I rumori di attentati nella nostra città sono evidenti da diversi mesi ma c’è solo un chiacchiericcio a cui non si dà seriamente una svolta attraverso il denunciare agli organi preposti ciò che accade. Lo stare insieme rappresenta una forza vincente – sottolinea don Riccardo, conosciuto anche per il suo progetto diocesano “Senza Sbarre”, per il reinserimento sociale dei detenuti -. Chi sta compiendo attentati sono persone che hanno più paura di chi li subisce perché è una forma di insicurezza, di instabilità e tutto questo non ha vita lunga. Denunciare non è mai semplice perché devi avere di fronte a te interlocutori che ti diano garanzie e che siano forti, credibili, che non ti lascino solo nel momento della prova e delle mille domande.

Sembra un fatto normale pensare che se una cosa succede al singolo non debba investire tutti gli altri della città. È necessario, invece, che tutte le altre persone, parrocchie, associazioni manifestino solidarietà e vicinanza e non emettere subito giudizi senza conoscere i fatti e la storia. Lo Stato sembra essere debole perché ha bisogno di strumenti necessari per poter conseguire dei risultati e quando manca la denuncia di chi ha subito un attentato, tutto diventa molto più complicato. Queste poche persone che compiono atti criminosi nella nostra città – conclude don Riccardo – non possono prendere il sopravvento sul lavoro che quotidianamente viene compiuto dalle famiglie, dalle scuole, dalle parrocchie, dalle associazioni, per cui bisogna poter gridare che le fragilità sono un momento in cui tutta la comunità deve stringersi di più per poter crescere insieme e fare diventare la legalità uno stile di vita». Agresti.

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