Sono oltre quaranta le parti civili che hanno chiesto di costituirsi nel giudizio sulle cosiddette “operazioni baciate” del 2016, le false comunicazioni sociali e il falso in bilancio, della Banca popolare di Bari.
Si aggiungono alle oltre 2.500 che già ne hanno fatto richiesta.
Sono imputati l’ex condirettore dell’istituto di credito, Gianluca Jacobini, l’ex responsabile della direzione Business, Nicola Loperfido, e l’ex responsabile dell’Internal audit, Giuseppe Marella. Da alcuni legali è arrivata la richiesta di costituzione di oltre 40 nuove parti civili, per lo più azionisti della banca o eredi testamentari di soci.
Una richiesta considerata «tardiva» dal pm oltre che dai difensori della Banca popolare, che nel processo non è imputata come persona giuridica, avendo già patteggiato una sanzione pecuniaria di 240mila euro per la responsabilità amministrativa degli enti, ma è responsabile civile.
Il presidente del collegio della prima sezione penale del Tribunale di Bari, Rosa Calia Di Pinto, ha spiegato di non poter emettere un’ordinanza nell’immediato, avendo «ricevuto memorie del pm e controdeduzioni delle parti civili fino a ieri, ben oltre i limiti previsti».
L’udienza è quindi stata rinviata al prossimo 11 aprile quando, nell’aula allestita alla Fiera del Levante di Bari, sarà emessa l’ordinanza sulle questioni sollevate oggi e sarà dichiarato aperto il dibattimento. Il giudice ha anche proposto agli avvocati delle parti civili di costituire un «consorzio» in modo che alle udienze possano partecipare al massimo 15 legali. Con l’obiettivo di riportare il processo nella sede del Tribunale di via Dioguardi, per «motivi economici e logistici», ha aggiunto.
All’esterno della Fiera, intanto, le associazioni degli azionisti hanno protestato con un presidio per chiedere «giustizia e il rimborso delle ingenti somme perdute. Chiediamo che il faro sulla brutta vicenda Bpb – afferma il presidente del Comitato indipendente degli azionisti, Daddario – non si spenga e che i processi civili e penali possano velocizzarsi, poiché sono ormai diversi anni che abbiamo perso i nostri risparmi e aspettiamo i rimborsi, non avendo colpa di quanto accaduto».