Operazione antimafia a Bari: l’Amtab in amministrazione giudiziaria. Decaro: «Mai incontrati i Parisi»

A seguito della maxi operazione antimafia che stamattina ha portato all’arresto di 137 persone e alla notifica all’Amtab, partecipata del Comune di Bari che si occupa del trasporto pubblico locale, del provvedimento di amministrazione giudiziaria, il sindaco Antonio Decaro plaude all’operazione condotta dalla Polizia di Stato.

«Da quando sono stato eletto sindaco ho fatto del contrasto alla mafia barese una battaglia quotidiana», evidenzia il primo cittadino, sottolineando di aver «sempre sfidato a viso aperto e denunciato i clan. Ma è evidente che questo non è e non potrà mai essere sufficiente. Il lavoro, purtroppo, è ancora lungo e faticoso, e l’aiuto delle forze dell’ordine e della magistratura è determinante».

Il sindaco di Bari aggiunge che «il consiglio di amministrazione di Amtab, affiancato dall’amministratore giudiziario con i suoi poteri straordinari, potrà fare definitivamente luce su tutte le opacità che riguardano l’azienda, facendo compiere alla città un altro passo verso la liberazione dal cancro della criminalità organizzata».

Decaro, poi, precisa che «non ho mai incontrato esponenti del clan Parisi se non nelle aule di tribunale per averli denunciati o in qualità di parte civile per il Comune di Bari, come nel processo contro l’attività estorsiva nei confronti degli imprenditori edili della città. Come è stato dichiarato dalla stessa Procura in conferenza stampa “l’attività dell’amministrazione comunale di Bari è sempre stata nella direzione della lotta alla criminalità organizzata”».

Per le estorsioni nei confronti dell’Amtab, l’azienda municipalizzata di Bari di trasporto pubblico, sono indagati Massimo Parisi, Tommaso Lovreglio e Michele De Tullio, che – come si legge nell’ordinanza del gip Alfredo Ferraro – avrebbero imposto all’allora responsabile dell’area sosta dell’azienda (i fatti risalgono al 2018) “l’assunzione di persone vicine o comunque imparentate con il clan Parisi“, “facendo riferimento alla necessità di rispettare una gerarchia di fatto all’interno dell’azienda” imposta “dal clan Parisi piuttosto che derivante da effettive cariche sociali”, con la minaccia “di subire gravi conseguenze derivanti da un eventuale rifiuto”.

«Il presidente non è padrone – avrebbero detto gli indagati – qui nessuno è padrone, c’è solo rispetto reciproco e basta». Ma le minacce avrebbero riguardato anche la sottrazione dell’assicurazione della “protezione mafiosa sul territorio” al presidente Amtab: “Chi deve coprire in mezzo alla strada? A parole?”, si legge ancora nelle carte, comportamenti fatti per “mantenere uno status quo favorevole all’organizzazione”.

In conferenza stampa, il procuratore aggiunto e coordinatore della Dda di Bari Francesco Giannella ha detto come questa operazione «rappresenta ciò che è la mafia moderna, in un territorio nel quale agisce non soltanto in modo militare», sottolineando la «penetrazione dei clan nel tessuto sociale e le capacità di condizionamento politico».

Le assunzioni imposte in Amtab sarebbero per Giannella la dimostrazione del “modello quasi di welfare” portato avanti dal clan Parisi per “assicurarsi la riconoscenza della popolazione”.

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