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Operaio morto sul lavoro: il giorno del dolore a Tuturano. Aperta un’inchiesta

È il giorno del dolore a Tuturano. La comunità piange Gianfranco Conte, morto schiacciato da un macchinario 24 ore prima del suo 37esimo compleanno. Sul caso la procura ha aperto un fascicolo, per ora a carico di ignoti, per omicidio colposo. L’operaio lavorava nello stabilimento “Jindal”, multinazionale che produce film in polietilene, quando è rimasto…

È il giorno del dolore a Tuturano. La comunità piange Gianfranco Conte, morto schiacciato da un macchinario 24 ore prima del suo 37esimo compleanno.

Sul caso la procura ha aperto un fascicolo, per ora a carico di ignoti, per omicidio colposo. L’operaio lavorava nello stabilimento “Jindal”, multinazionale che produce film in polietilene, quando è rimasto schiacciato da un macchinario. Portato in condizioni disperato al Perrino, l’operaio non ce l’ha fatta. Troppo gravi le ferite al torace, schiacciato nel macchinario.

La frazione brindisina si stringe intorno alla moglie e alle due bimbe piccole dell’operaio mentre dal mondo sindacale e politico si alza forte il grido di protesta, a soli dieci giorni dalla morte di un altro lavoratore, precipitato giù dal tetto di un capannone della zona industriale.

«Dopo solo dieci giorni la città piange un nuovo morto sul lavoro, ancora una volta una giovane vittima che lascia moglie e figli», scrive il Movimento 5 stelle locale che chiede all’amministrazione comunale di convocare le associazioni dei datori di lavoro, i sindacati, gli organi di controllo e i i partiti per definire una strategia e azioni per mettere fine a questi gravi e dolorosi eventi. «La città vive un momento difficile di desertificazione industriale con la chiusura della centrale di Cerano, la chiusura di un importante impianto di Basell e la crisi che sta attraversando Euroapi, ex Sanofi. Si perdono posti di lavoro, mentre si muore nel lavoro che resta», è il commento del M5s.

Cgil, intanto, rilancia l’allarme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro dopo la morte di Conte e di Giuseppe Petraglia, le ultime vittime morti sul lavoro in meno di due settimane dall’inizio di marzo. «Siamo già a due morti sul lavoro in meno di due settimane – dichiara Antonio Macchia, segretario generale della Cgil di Brindisi – un bilancio pesantissimo che non possiamo accettare passivamente. Queste tragedie riflettono una crisi profonda nella gestione della sicurezza sul lavoro e richiedono una risposta immediata e decisa da parte di tutti gli attori coinvolti. Questi eventi non solo rappresentano una perdita irrecuperabile per le famiglie delle vittime, ma evidenziano anche le gravi lacune nella prevenzione degli infortuni e nella tutela della salute dei lavoratori». Cgi chiede di intensificare i controlli in materia di sicurezza.

«E’ finito il tempo del cordoglio e delle frasi di circostanza, è il momento delle misure forti, concrete. Questa strage va fermata», dicono Gianni Ricci, segretario generale della Uil di Puglia e Fabrizio Caliolo, coordinatore di Uil di Brindisi. «Dall’inizio del 2024 le morti nei luoghi di lavoro in Puglia sono già 12. Adesso ci aspettiamo una reazione forte da parte delle istituzioni, con investimenti seri per invertire questa pericolosissima deriva». Uil chiede maggiori controlli da parte dello dello Spesal e misure severe contro le aziende che non rispettano gli standard di sicurezza e che non applicano i contratti nazionali di settore.

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