Sono tre al momento le persone iscritte dal pubblico ministero Antonio Natale nel registro degli indagati, come atto dovuto per eseguire accertamenti non ripetibili, in relazione alla morte di Angelo Cotugno, il 59enne dipendente della ditta Semat morto l’altro giorno folgorato in un cantiere della strada regionale 8, il tratto che collegherà la borgata di Talsano ad Avetrana.
Si tratta del titolare della ditta per cui lavorava l’operaio, difeso dall’avvocato Michele Rossetti, il titolare della ditta fornitrice di cemento e betoniera, difeso dall’avvocato Franz Pesare e di un terzo indagato, presumibilmente un responsabile del cantiere. Sono tutti accusati di cooperazione in omicidio colposo, ma il pubblico ministero al momento ha anche messo nero su bianco singole responsabilità per violazioni del testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il cantiere ed i mezzi sono stati sequestrati.
Questo pomeriggio il pm affiderà alla medico legale Lilliana Innamorato l’incarico di effettuare l’autopsia sul corpo dell’operaio deceduto. Per far questo, ha inviato il canonico avviso agli indagati e ai familiari del lavoratore, la moglie e i tre figli, insieme al padre e alla madre. Cotugno era impegnato alla costruzione di un ponte nel cantiere della regionale 8 quando è rimasto folgorato a causa del contatto fra il macchinario che stava utilizzando e un cavo areo dell’alta tensione.
Da una prima ricostruzione, pare infatti che l’operaio stesse azionando una motopompa per la gettata di cemento, per coprire delle tubazioni, quando la parte alta del mezzo ha urtato i cavi elettrici. La scarica ha colpito il 59enne lasciandolo senza scampo, nonostante il tempestivo intervento dei soccorsi. Al personale del 118, purtroppo, non è rimasto altro da fare che constatare il decesso. Sul posto sono intervenuti gli investigatori della polizia per i rilievi e per ricostruire la dinamica dei fatti.
Spetta ora alla procura stabilire se ci sono responsabilità personali nella morte del lavoratore. Il caso, sedicesima morte bianca in Puglia nel 2024, ha sollevato molte polemiche nel mondo sindacale, che torna a gran voce a chiedere sicurezza nei luoghi di lavoro. La ditta per cui lavorava, una delle più grandi dell’indotto Ilva (quella che ha realizzato la copertura dei parchi minerali), aveva già presentato domanda di concordato, messa alle corde dai mancati pagamenti del siderurgico e lo scorso mese alcuni dipendenti hanno inscenato una protesta, proprio al cantiere della regionale 8, per gli stipendi in ritardo.