Resta in piedi l’ipotesi di un processo bis per la morte di Benedetto Petrone, operaio comunista 18enne ucciso a Bari con una coltellata il 28 novembre 1977 da un gruppo di fascisti.
Oggi, davanti al gip del tribunale del capoluogo pugliese, Angelo Salerno, si è svolta l’udienza per la discussione sull’eventuale archiviazione della nuova inchiesta.
A novembre scorso la Procura di Bari aveva chiesto l’archiviazione della nuova indagine, aperta a carico di ignoti, per intervenuta prescrizione. L’Anpi, difesa insieme ai familiari della vittima dall’avvocato Michele Laforgia, aveva successivamente presentato una memoria a sostegno della riapertura delle indagini, ma non un’opposizione formale alla richiesta di archiviazione.
Oggi, in udienza, il legale si è riportato alla memoria già agli atti e il gip, che aveva fissato l’udienza lo scorso 31 maggio, dopo aver ascoltato anche le ragioni della Procura, si è riservato di decidere.
L’unico riconosciuto colpevole dell’omicidio di Petrone fu Giuseppe Piccolo, condannato a 22 anni in primo grado, pena ridotta a 16 in appello, e morto suicida in carcere nel 1984.