È stato “tradito” da un tatuaggio sulla mano il 27enne barese arrestato, e condotto in carcere, nell’ambito delle indagini sull’omicidio del 43enne Giovanni Colaianni, avvenuto nel capoluogo pugliese il 22 giugno dello scorso anno.
I Carabinieri del comando provinciale di Bari hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal gip di Bari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti del 27enne – accusato di omicidio e porto illegale di pistola -, ritenuto complice di un ragazzo di 24 anni arrestato il giorno dopo i fatti.
Lo scorso 22 giugno, intorno alle 2 di notte in via Napoli, la vittima è stata raggiunta da due colpi di pistola ed è deceduta durante il tentativo di rianimazione che il personale medico stava effettuando.
I militari del nucleo operativo della compagnia di Bari Centro, anche attraverso attività tecniche svolte sul cellulare della vittima e sulla scena del crimine, sono riusciti a risalire al 27enne che, insieme al complice, avrebbe minacciato di morte la vittima attraverso un proprio account social.
L’omicidio, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti nell’immediatezza dei fatti, sarebbe arrivato proprio al culmine di una banale lite nata poche ore prima per futili motivi tra alcuni familiari della vittima e dell’omicida, cominciata sui social con reciproche accuse e sfociata in un confronto personale, nel corso del quale il 24enne avrebbe esploso i colpi mortali all’indirizzo di Colaianni.
Determinanti per l’identificazione del 27enne sono state le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza della zona dalle quali si vede un tatuaggio su una mano.