Omicidio a Specchia, parla il fratello della vittima: «Ho colpito per difendermi». Ma del bastone non c’è traccia

Un litigio scaturito per la gestione dei terreni ha portato alla morte Vincenzo Scupola, il 78enne di Specchia trovato cadavere sabato pomeriggio nella sua campagna.

Dopo alcune ore di interrogatorio, fatto di sotterfugi, giustificazioni e mezze verità, è stato condotto in carcere, sottoposto a fermo di indiziato di delitto, il fratello più piccolo, Nicola, di 70 anni. Tenuto sotto torchio dai poliziotti del commissariato di Taurisano, diretti dal vicequestore Salvatore Federico, alla presenza della pm Simona Rizzo e dei suoi avvocati difensori Sergio Annesi e Cristiano Solinas, Nicola ha raccontato di aver litigato con il fratello maggiore, di averlo colpito un paio di volte con un bastone, ma di averlo fatto come atto di difesa, per paura di essere sopraffatto.

L’indagato si trovava in Salento da qualche anno, dopo aver trascorso la sua vita lavorativa in Svizzera, ma quei dissapori nati anche a causa di quei due terreni confinanti andavano avanti da tempo. Quel pomeriggio, però, la discussione si sarebbe fatta più animata, fino a sfociare nella violenza. Il bastone con cui sarebbe stato colpito Vincenzo nel suo terreno, situato in contrada San Demetrio, nel territorio di Specchia, al confine tra Miggiano e Taurisano, non è stato ancora trovato dai poliziotti, ma non è da escludere l’ipotesi di un’aggressione avvenuta con una pietra.

È stato un testimone che, chiamando al 113, ha raccontato di aver visto un uomo disteso per terra, apparentemente privo di vita, e accanto una persona con in mano un bastone. Potrebbe trattarsi dell’epilogo di quanto accaduto poco prima. Altri testimoni, infatti, hanno raccontato di aver visto i due discutere animatamente. Se Vincenzo sia morto per le ferite riportate alla testa, o perché annegato nella vasca pluviale in cui è stato ritrovato, è ancora da definire. Spetterà al medico legale Alberto Tortorella, incaricato di effettuare l’autopsia, stabilire le cause del decesso e fornire qualche elemento in più per le indagini.

«Sono sconcertata – commenta la sindaca di Specchia, Anna Laura Remigi – per un delitto che non appartiene alla nostra terra e alla nostra comunità. Sono ancora incredula. Sembra di vivere un film, invece è la cruda realtà. Stigmatizzo la strumentalizzazione che si sta facendo di un mio audio che riporta proprio questa mia incredulità visto che fatti del genere siamo abituati a vederli nei film. Chi sta volgarmente strumentalizzando il mio audio dimostra, esso sì, di non aver alcun rispetto della vittima, che, invece ha tutto il mio rispetto e cordoglio. Chi usa politicamente questa triste vicenda dovrebbe seriamente vergognarsi». Un audio whatsapp della sindaca, inviato privatamente e con tono confidenziale, sarebbe diventato virale. La Remigi racconta quanto appreso fino a quel momento, mentre i rilievi erano in corso, e si dimostra rammaricata per l’accaduto, dicendo che scene come questa solitamente si vedono nei film, come un episodio de “Il commissario Montalbano”.

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