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Omicidio a Molfetta, i gialli dell’inchiesta: i colpi sparati e i poliziotti fantasma

Un ragazzo è in cella per aver ucciso una coetanea, per uno stupido e assurdo gioco di potere, in una discoteca affollata di giovani. Ma l’arresto del 21enne Michele Lavopa è in realtà solo il primo tassello di un puzzle ancora in via di composizione. E sul quale è al lavoro la Direzione distrettuale antimafia…
antonella lopez

Un ragazzo è in cella per aver ucciso una coetanea, per uno stupido e assurdo gioco di potere, in una discoteca affollata di giovani.

Ma l’arresto del 21enne Michele Lavopa è in realtà solo il primo tassello di un puzzle ancora in via di composizione.

E sul quale è al lavoro la Direzione distrettuale antimafia di Bari, impegnata a decifrare i fatti finora collezionati ma anche a fare tutto il possibile per evitare altro spargimento di sangue. Gli elementi finora raccolti dai carabinieri sull’omicidio della 19enne Antonella Lopez non sono però sufficienti, al momento, per vederci chiaro: sullo sfondo ancora molti temi aperti ma anche alcuni aspetti che prendono la forma di veri e propri gialli.

I colpi esplosi

La ricostruzione del drammatico fatto, cucita anche grazie ai video circolati sui social nei quali si sente distintamente la voce del dj e poi il rumore dei sei spari, ha ancora parecchie lacune alle quali daranno risposta nelle prossime settimane gli accertamenti disposti dal pm Federico Perrone Capano. Gli stessi inquirenti, alle prime battute dell’indagine, hanno ipotizzato che fossero stati sparati 6 colpi, ma sarebbero di più i bossoli ritrovati. Senza contare il fatto che non si conoscono ancora gli esiti dell’autopsia sul corpo di Antonella, nel quale potrebbero esserne rimasti. Una circostanza che apre a diverse possibilità: tra le altre, quella che a sparare siano state più pistole, impugnate da uno o dall’altro gruppo che si è fronteggiato alle 2.30 della notte fra sabato e domenica all’interno della discoteca Bahia di Molfetta.

I poliziotti fantasma

Un altro grosso punto sul quale si stanno cimentando gli inquirenti è la presenza sul luogo dell’omicidio, subito dopo la tragedia, di fantomatici poliziotti che si sarebbero qualificati con i carabinieri che stavano conducendo le prime indagini e interrogando i testimoni. I tre agenti avrebbero mostrato ai militari la copia di un tesserino identificativo, spiegando di lavorare in un vicino commissariato ma di essere, quella sera, fuori servizio.

La brutta sorpresa

Si sarebbero accordati per sentirsi con più calma l’indomani, visto il momento particolarmente concitato. Ma il giorno dopo, il carabiniere avrebbe avuto una brutta sorpresa: avrebbe telefonato in commissariato per rintracciare i tre poliziotti e acquisire le loro dichiarazioni, ma dopo attente verifiche si sarebbe scoperto che quella notte nessuno era stato al Bahia. Un mistero sul quale si sta interrogando anche la Direzione distrettuale antimafia e che, anche in questo caso, si apre a diverse ipotesi interpretative.

Gli altri ruoli

Sullo sfondo dell’inchiesta sull’omicidio di Antonella Lopez, restano molte altre circostanze, come ad esempio il fatto che in quel locale gremito di giovani, in un weekend di movida, ci fossero persone armate che sono entrate senza grossi problemi. Il neo dei controlli all’ingresso dei locali da ballo o dove stazionano tante persone al momento è accantonato, nell’ottica di una scansione delle indagini che mette al primo posto, oggi come oggi, la ricostruzione del delitto. Ma che, subito dopo, individuate responsabilità e avviato il meccanismo per perseguirle, non potrà esimersi dal verificare tutte quelle altre condizioni e omissioni che, a vario titolo, potrebbero aver concorso (o non lo avrebbero evitato) all’omicidio di una 19enne innocente.

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