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Nuove accuse per gli ex vertici della Banca popolare di Bari: falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza

È stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari nei confronti degli ex vertici della Banca popolare di Bari in merito a reati che sarebbero stati commessi nel periodo tra il 2013 e il 2019. L’atto di chiusura delle indagini è stato notificato a Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio, rispettivamente ex presidente ed…

È stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari nei confronti degli ex vertici della Banca popolare di Bari in merito a reati che sarebbero stati commessi nel periodo tra il 2013 e il 2019.

L’atto di chiusura delle indagini è stato notificato a Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio, rispettivamente ex presidente ed ex vice direttore generale della Banca popolare di Bari, a Vincenzo De Bustis Figarola, ex dg ed ex ad della banca, Giorgio Papa, ex ad, Roberto Pirola, ex presidente del collegio sindacale, e agli ex dirigenti Elia Circelli, Giuseppe Marella, Gregorio Monachino, Nicola Loperfido e Benedetto Maggi.

Le accuse sono, a vario titolo, di falso in bilancio per gli anni 2016, 2017 e 2018, ostacolo alla vigilanza della Consob e di Bankitalia, estorsione e lesioni personali ai danni di un manager e aggiotaggio bancario ai danni degli azionisti della banca. Gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari sono stati emessi dalla Procura di Bari.

L’ammontare delle false comunicazioni sociali è stimato in diverse centinaia di milioni di euro. Le accuse sono contenute in 23 capi d’imputazione nei quali gli indagati, a vario titolo, sono accusati, sia attraverso i falsi in bilancio sia nelle comunicazioni alla clientela, di aver minato la stabilità patrimoniale e la capacità di essere solvibile della banca, di aver alterato la percezione della solidità bancaria, quindi la fiducia dei risparmiatori che avevano affidato alla Bpb i risparmi in gestione fiduciaria.

Per quanto riguarda l’ostacolo alla vigilanza della Consob alcuni degli indagati sono accusati di aver omesso di riportare informazioni complete sulla determinazione del prezzo delle azioni della banca, e aver omesso di comunicare una transazione contrattuale con il Gruppo assicurativo Aviva.

L’ostacolo alla vigilanza di Bankitalia riguarda le controdeduzioni degli allora vertici della Bpb ai verbali ispettivi del 2013 e del 2017 dell’istituto di via Nazionale su una serie di comportamenti ritenuti illeciti relativi alla situazione gestionale ed aziendale della Banca.

I due Jacobini e De Bustis Figarola sono anche accusati di estorsione, maltrattamenti e lesioni personali ai danni dell’allora Chief risk officer della banca al quale – secondo i pm – avrebbero impedito di svolgere le funzioni, minacciandolo di licenziamento e ponendo in essere condotte vessatorie con le quali lo esautoravano da qualsiasi potere e lo escludevano dalle riunioni provocandogli problemi di salute. L’aggiotaggio bancario fa riferimento alle false informazioni diffuse tra il 2016 e il 2019 al fine di occultare le operazioni con le quali la gran parte degli indagati avrebbe minato la stabilità patrimoniale e la capacità della banca di essere solvibile, alterando in questo modo la fiducia dei risparmiatori che affidavano alla Bpb i loro risparmi.

La Banca popolare di Bari è stata commissariata dalla Banca d’Italia nel dicembre 2019.

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