Domenico Monti e Maurizio Larizzi, esponenti del clan Capriati di Bari Vecchia, sono stati condannati all’ergastolo per l’omicidio premeditato di Domenico Capriati, nipote del capoclan Tonino (in cella da anni) e fratello di Filippo – all’epoca dei fatti reggente del gruppo mafioso -, ucciso il 21 novembre del 2018 nel quartiere Japigia.
È quanto ha stabilito la Corte d’assise di Bari, presieduta da Michele Parisi.
I giudici hanno accolto la ricostruzione accusatoria del pm della Dda di Bari Federico Perrone Capano, che ha compiuto le indagini assieme al procuratore aggiunto Francesco Giannella.
Stando all’ipotesi accusatoria della Dda, la vittima sarebbe stata uccisa con dodici colpi di mitraglietta e «il colpo di grazia» alla testa, mentre era sotto casa, nel quartiere Japigia, con moglie e figlio.
Larizzi, hanno ricostruito le indagini della squadra mobile, non avrebbe accettato il tentativo di Domenico Capriati, da poco scarcerato e definito da molti come «uno con la guerra in testa», di assumere un ruolo egemone nel clan. Uscito dal carcere gli avrebbe fatto anche una richiesta estorsiva di 5 milioni di euro perché, mentre lui era detenuto, Larizzi «facendo la malavita» aveva continuato a fare affari con la droga. Da qui la decisione di Larizzi e Monti di eliminare il “rivale”.