Il tribunale di Lecce ha rinviato a giudizio l’ex sindaco di Neviano, Antonio Megha, avvocato 62enne, che lo scorso 7 febbraio finì ai domiciliari nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Lecce con l’accusa di scambio politico-mafioso e si dimise da assessore alla cultura.
Megha, nei cui confronti nel frattempo è stato disposto l’obbligo di dimora, affronterà il processo ordinario assieme a un altro imputato. Altri 16, invece, hanno chiesto e ottenuto di essere ammessi al rito abbreviato.
Secondo l’accusa, Megha avrebbe accettato da Michele Coluccia, 63 anni, di Noha di Galatina, ritenuto a capo dell’omonimo clan di stampo mafioso, 50 voti in cambio dei quali avrebbe promesso 3mila euro in 3 tranche, versandone una di mille, e di procacciare un posto di lavoro a un figlio di Coluccia nell’impresa per la raccolta rifiuti.
Megha, sempre secondo l’accusa, avrebbe anche promesso di mettere a disposizione del clan l’apparato politico-amministrativo di Neviano e di rappresentarne gli interessi nel territorio calabrese.
In occasione dell’interrogatorio di garanzia, Megha, respinse l’accusa sostenendo che «nessun accordo in chiave elettorale con il clan Coluccia, ma solo millanteria nell’euforia della vittoria alle amministrative», come disse al gip alla presenza del suo difensore, l’avvocato Giuseppe Corleto.