Un solo agente di polizia penitenziaria per duecento detenuti. Accade nel carcere di Taranto in alcuni turno di notte.
«Questa non è sicurezza, questo non è lavoro». A denunciarlo è il segretario generale della Fp Cgil del capoluogo ionico, Mimmo Sardelli, che ricorda «le denunce di questi giorni, con la presenza di sostanze stupefacenti e telefonini anche in sezioni di massima sicurezza», e aggiunge che «non deve sorprendere se è proprio lo Stato a lasciare Taranto in una condizione di rapporti tra popolazione detenuta e agenti di polizia penitenziaria da terzo mondo: 802 ristretti (oltre 300 rispetto alla capienza prevista) e solo 289 agenti a garantire sicurezza e controllo».
Sardelli fa notare che nelle case circondariali «di Verona (capienza 500 detenuti), Padova (capienza 596 detenuti) o Lecce (capienza di 1091 detenuti) le unità di personale sono di gran lunga superiori: 380 a Verona, 389 a Padova e 612 a Lecce. È un miccia accesa in un territorio che è già una polveriera di emergenze sociali».