Molestie telefoniche da un finto medico: la denuncia social

Sono ormai più di 250 le segnalazioni di donne che hanno subito molestie telefoniche da un finto ginecologo.

La denuncia è partita da Instagram grazie alle stories di una 24enne salentina che acceso i riflettori su un fenomeno che coinvolge centinaia di donne in tutta Italia: un uomo, a conoscenza di dati sensibili e di esami clinici, anche molto dettagliati, telefona in forma anonima alle vittime e cerca di spingerle a spogliarsi davanti alla telecamera.
A seguito delle tante risposte ricevute e ripubblicate nelle sue stories, la giovane salentina ha realizzato un post in cui invita le vittime a denunciare: «faccio questo post per richiamare tutte le vittime a un solo dovere, di libera scelta: denunciamo. Lo facciamo insieme», lanciando l’hashtag #nonseisola. Delle prime donne che hanno risposto alla storia della 24enne, infatti, tante non hanno denunciato «perché pensavano fosse uno scherzo, perché hanno paura, perché proprio chi hanno accanto le ha accusate di stupidità», scrive. Non solo: «chi ha denunciato invece, o ci ha provato, è stata trattata con aria di sufficienza. Me compresa».
L’invito, dunque, alle 25 donne pugliesi perché «se raccogliamo tutte le testimonianze in una sola denuncia, allora forse non penseranno più che è inutile».
In pochissimo tempo, però, il caso è diventato nazionale: «numerose ragazze – scrive ancora la 24enne in un altro post – stanno denunciando in numerosi punti d’Italia. Le testimonianze ricevute e i dettagli sono sempre più terrificanti, ma tutta Italia si è mossa». E tante sono state le offerte di aiuto, legale ma anche psicologico perché, spiega la 24enne, «solo le vittime sanno cosa significa fare i conti con questo episodio. Soprattutto se si incontra qualcuno che dovrebbe aiutarci e non ci crede, che ci prende in giro, che ci accusa di stupidità, di cercare notorietà, allora abbiamo bisogno di assistenza legale e psicologica. Perché non è colpa nostra, per nessun motivo».
La polizia postale, intanto, coordinata da un pm che si occupa dei reati su donne e minori, ha aperto un fascicolo presso la Procura di Lecce.

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