Minacce di morte via Instagram a un giovane del Barese: «La mia colpa? Essere omosessuale»

«Ciao bella tro***a, ti piace il ca**o?», «Finocchio», «Farai una brutta fine». E poi, le immagini della scena di un delitto, di bossoli di pistola e di una mummia. Sono queste alcune minacce che Nicola, giovane del Barese, si è visto recapitare tra i messaggi di Instagram, prontamente denunciati alla polizia postale. La ragione? Essere omosessuale. «Ma il mio coraggio è più forte delle minacce – spiega – e non mi nasconderò mai per quello che sono».

Tutto inizia nella mattinata di mercoledì quando Nicola, appena sveglio, nota uno strano commento sotto la foto che lo ritrae nel giorno della sua laurea. «Vai nelle richieste di messaggio», il contenuto del testo, scritto da un profilo palesemente fittizio. «Per questa ragione, e anche perché mi ero da poco svegliato – racconta Nicola – non ci ho fatto tanto caso». In effetti, sono molti i profili “fake” che si aggirano nel mare magnum dei social network, e quello autore del commento poteva essere ben scambiato per un account fittizio. Inizialmente, dunque, Nicola soprassiede l’ “invito” ricevuto, ma le cose cambiano quando sbircia tra le richieste di messaggi. Ed è qui, ossia dove finiscono i messaggi inviati da profili non seguiti, che Nicola fa la spiacevole scoperta. Una caterva di minacce di morte, di insulti rivolti al suo orientamento sessuale, di turpiloqui osceni, accompagnati da fotografie particolarmente cruente. Tra le immagini allegate, quella di un carabiniere sul luogo di una sparatorie, quella che ritrae il cadavere di una mummia e di una pistola con decine di bossoli.

«Ciao bella tro***a, ti piace il ca**o?», si legge nel primo dei messaggi inviati, cui seguono un «Put***a», un «Finocchio» e la domanda «Ti piace farti schizzare in faccia?». Parole che infastidirebbero qualsiasi persona di buon senso, ma che non metterebbero certamente in allerta. Come fa, invece, l’ultimo messaggio, chiaramente minatorio: «Farai una brutta fine». «Mi sono recato prima dai carabinieri della mia città – racconta Nicola – ma sono state tante le difficoltà incontrate, tra cui quella di indicare le ragioni della denuncia». La denuncia è stata presentata, invece, ieri mattina, alla polizia postale. Partite le indagini, gli agenti sono riusciti a risalire alla data di creazione del profilo minatorio, maggio 2022 e sono attualmente al lavoro per risalire alla vera identità dell’autore delle minacce.

La vicenda ha scosso profondamente Nicola, che però non si è lasciato intimidire. «Dopo aver letto le minacce, ho pensato che non fosse il caso di uscire – dichiara la vittima dell’episodio omofobo – poi mi son detto: non farti condizionare. E così ho ripreso la mia vita normale». Guardando al futuro, Nicola è chiaro. «Non mi nasconderò mai per quello che sono, né proverò vergogna a riguardo – ribadisce – sono sentimenti che non potrei mai provare, perché non ho scelto di essere gay: ci sono nato».

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