È accusato di aver condotto la barca a vela con a bordo 69 migranti, tra cui anche minorenni, nella traversata dalle coste turche a quelle italiane il 46enne afghano arrestato perché considerato uno dei due presunti scafisti dell’imbarcazione intercettata lunedì scorso al largo del Salento.
La barca a vela, individuata dalla Guardia di finanza, è stata accompagnata nel porto di Leuca dove i migranti sono sbarcati.
Il presunto scafista è stato individuato dal pool anti-immigrazione interforze diretto dal Gico del nucleo di Lecce grazie ad una serie di elementi tra cui l’ascolto con l’interprete di alcuni migranti, l’acquisizione e l’estrazione di materiale da alcuni smartphone e l’esame della documentazione trovata a bordo, rilievi fotodattiloscopici sulle fingerprints.
Nel corso degli accertamenti, il 46enne confusosi con altri migranti della stessa nazionalità (e dopo essersi liberato degli indumenti che lo avrebbero fatto riconoscere nei video e nelle immagini registrate dai velivoli della Guardia di finanza) è risultato essere già destinatario di un altro ordine di carcerazione per una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione emesso dal Tribunale di Siracusa per aver fatto da skipper e trafficante di persone in un’altra occasione il 7 maggio 2023. È stata anche ricostruita la sua partecipazione a uno sbarco del maggio scorso sulle coste baresi e del febbraio 2022 sulle coste crotonesi, qui riuscendo a farla franca con la stessa tecnica, mimetizzandosi tra i migranti connazionali.
Il 46enne, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è stato rinchiuso nel carcere di Borgo San Nicola.