Microcriminalità a Bari, Bellomo: «Negozianti, sì al confronto. Uniti contro i delinquenti»

«Il fenomeno esiste e non va sottovalutato. La città è grande ma i controlli sono stati già implementati e orientati nelle aree più colpite, tra cui il centro di Bari dove sono avvenuti gli ultimi episodi di furto». Risponde così la prefetta di Bari Antonella Bellomo alla preoccupazione dei commercianti di non essere stati ascoltati dalle istituzioni.

Dopo i vertici in Prefettura prevedete di incontrare anche i commercianti?

«Se ci faranno una richiesta ufficiale verrà presa in considerazione. In altri casi di furti con spaccata molti non hanno nemmeno denunciato, è probabile che non ritenessero necessario aprire un confronto. Se la categoria vuole, noi siamo disponibili a trovare insieme delle soluzioni per arginare il fenomeno. Il comitato è un organo consultivo che si svolge con le autorità per indirizzare il lavoro delle forze di polizia e le risorse che noi abbiamo per il raggiungimento di un obiettivo, non è prevista la loro partecipazione. Ma è chiaro che se hanno questa esigenza sicuramente li ascolteremo».

Le forze dell’ordine a vostra disposizione sono sufficienti a pattugliare il territorio?

«Non è una domanda che ha una risposta univoca. C’è una differenza tra quella che è l’esigenza del cittadino onesto, che vorrebbe una persona in divisa sotto il proprio portone o a ogni angolo, e quelle che sono le risorse disponibili. In città, è vero, sono in numero significativo, ma non ci consentono lo stesso di essere presenti ovunque come alcuni vorrebbero».

Quali misure aggiuntive si possono mettere in campo?

«Per quanto riguarda i titolari degli esercizi commerciali, ci sono una serie di mezzi integrativi che li possono aiutare a tutelarsi. Dai sistemi di allarme agli abbonamenti con i servizi di vigilanza privati. Molti commercianti sanno che possono collegare i loro allarmi con le sale operative delle forze di polizia. È un sistema complesso dove ognuno deve fare la propria parte. Capisco che in questo momento ognuno debba esprimere il proprio disagio, per questo ribadisco che bisogna mettere insieme le forze e darsi una mano per convergere verso l’obiettivo che ci interessa».

Quindi possiamo parlare o no di emergenza?

«Ogni fenomeno va contestualizzato e rapportato a quello che è il momento storico. Indubbiamente gli ultimi episodi hanno colpito molto l’opinione pubblica perché la modalità con cui sono avvenuti è una modalità aggressiva che va al di là de furto. Certamente il fenomeno esiste, è serio e non va sottovalutato. Però le forze di polizia sono in campo e stanno rafforzando i servizi e dei risultati li hanno già raggiunti. Continueremo a operare con l’aiuto di tutti soprattutto di chi denuncia. Il trend dei reati è costante, non c’è un aumento in questo periodo. Anche perché le tipologie dei reati sono tante, si va da quelli che riguardano la criminalità organizzata al traffico delle sostanze stupefacenti, reati contro la persona e quelli che avvengono in famiglia. Il panorama è vasto, noi aumenteremo la presenza e i controlli in strada e continueremo a lavorare perché i risultati siano duraturi nel tempo».

In città non preoccupano solo i furti, come state gestendo l’aggressione omofoba al Parco Rossani?

«Le attività di indagine coordinate con la Procura stanno facendo luce sull’episodio, questo è il risultato più importante che possiamo consegnare alla città che è accogliente e aperta. Da una parte le attività di indagine daranno una giusta lettura di quello che è accaduto, dall’altro lato credo che tutti quanti noi abbiamo la responsabilità di veicolare messaggi di tolleranza e rispetto degli altri. Purtroppo questi episodi accadono e possiamo solo interrogarci su quanto facciamo bene il nostro lavoro che può essere sempre migliorato».

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