Avrebbe scaricato dai social le foto in costume da bagno di una sua amica, avrebbe poi scontornato il volto incollandolo su altre immagini di natura pornografica. Un collage di fotografie a sfondo sessuale condiviso poi in rete con tanto di nome e cognome della vittima diventata poi bersaglio della rete e non solo, tanto da ricevere proposte di prestazioni sessuali a pagamento come attrice.
La storia, iniziata nel 2020, è arrivata ora ad una svolta con un 34enne di San Vito dei Normanni iscritto nel registro degli indagati.
Quei fotomontaggi finiti in rete hanno reso impossibile la vita della giovane di 29 anni che si è trovata a dover spiegare ad amici e parenti che quella non era lei, ma che qualcuno ci aveva “appicciato” il suo volto sopra ad altre foto.
Il 34enne è accusato di atti persecutori e diffamazione ed è stato effettuato il sequestro dei dispositivi elettronici. Mentre la 29enne di Francavilla Fontana si è affidata per la difesa, all’avvocato Domenico Attanasi dello studio legale Open, ottenendo già la rimozione di quelle foto ritoccate e pubblicate su un noto portale per adulti.
La ragazza ha scoperto di quanto accaduto attraverso un messaggio arrivato su un social da un utente che le chiedeva se si trattasse proprio di lei. La giovane cliccò finendo in una pagina creata ad hoc in cui comparivano i falsi scatti. Da qui la denuncia alla polizia postale di Bari, nel frattempo le foto iniziarono a circolare in rete e sui cellulari, tanto che qualcuno proporre alla ragazza di partecipare a una gang bang dietro lauto compenso, assicurandole la pubblicazione su portali fuori dai confini europei. Parallelamente la giovane portò avanti un’indagine privata che la porto agli inizi dell’anno in corso a sospettare del 34enne, poi formalmente indagato, un “fan” morboso della ragazza, spintosi a chiedere ad amici e amiche informazioni sulle abitudini private della poveretta. Chissà se sia stato proprio lui a mettere in rete i fotomontaggi.
Si attende ora l’eventuale deposito della memoria difensiva del 34enne e l’esito degli accertamenti tecnici disposti sullo smartphone e sul personal computer sequestrati al ragazzo. Intanto la storia, al netto di eventuali responsabilità che saranno accertare solo in sede processuale, evidenzia le insidie della rete che non risparmia nessuno. Nemmeno papa Francesco, finito anche lui nella trappola dei deepfake. Virali sono diventati i vestiti alla moda “indossati” dal sommo pontefice. Quella di deepfake è una pratica digitale che elabora foto, video o file audio creati attraverso software di intelligenza artificiale. Partendo da contenuti reali, come una semplice foto in bikini scattata al mare, è impossibile clonare in modo estremamente realistico le caratteristiche e i movimenti di volti, corpi e voci altrui, simulando situazioni in realtà inesistenti. Oggi non c’è più bisogno di uno esperto di photoshop per realizzare ciò, basta scaricare l’app giusta che ti realizza il deepfake in modo del tutto gratuito.