Medico di Trani firmava certificati falsi per una vigilessa milanese: i due finiscono nei guai

Avrebbe preparato dei certificati medici falsi per giustificare l’assenza dal lavoro di una vigilessa. L’asse Trani-Milano finisce in Tribunale. Al centro della vicenda c’è un’agente della Polizia locale di Milano che per un anno e quattro mesi avrebbe usufruito di permessi lavorativi retribuiti, sulla base di certificati considerati falsi dagli inquirenti, redatti da un medico di Trani. E così, il caso è approdato nelle aule del Tribunale tranese. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 24 settembre.

L’inchiesta

Quella della Procura di Trani, fa riferimento a un periodo di sedici mesi, da ottobre 2020 a febbraio 2022, durante i quali si sarebbe verificata l’assenza della vigilessa che, adesso, rischia il processo con le accuse di truffa e falsa giustificazione dell’assenza dal servizio. «In più occasioni – emerge dagli atti ufficiali – il certificato in contestazione è stato redatto da un medico di Trani. E in un caso sarebbe stato predisposto in concorso con il medico». Non sarebbe da escludere che a finire nel mirino della Procura tranese sia stato prima il medico e, poi, la vigilessa. Di sicuro, c’è che il Comune di Milano non ha alcuna intenzione di stare a guardare e ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento penale.

La delibera

L’Amministrazione, guidata dal sindaco Giuseppe Sala, ha infatti approvato una delibera che mette nero su bianco le intenzioni della Giunta, spiegando le motivazioni alla base nel provvedimento. «Secondo quanto indicato dalla Direzione Sicurezza Urbana -si legge nella deliberazione – è opportuna la costituzione di parte civile del Comune di Milano in ragione della gravità della condotta tenuta dall’imputata, che ha causato all’Amministrazione un danno patrimoniale e non patrimoniale». In altre parole, il presunto comportamento illecito della vigilessa avrebbe avuto ripercussioni sul piano organizzativo, ma anche su quello economico. «L’agente della Polizia locale del Comune di Milano – evidenzia il provvedimento – in più occasioni giustificava l’assenza dal servizio con una certificazione medica falsa o falsamente attestante uno stato di malattia, inducendo così in errore il Comune e ottenendo il pagamento delle prestazioni non dovute». Per questo, al di là degli esiti della magistratura, non sarebbero da escludere eventuali azioni disciplinari in ambito professionale, sia nei confronti del medico che della vigilessa. Intanto, il Comune di Milano ha già annunciato battaglia legale per ottenere il risarcimento dei danni.

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