Hanno chiesto di patteggiare pene comprese tra i 4 anni e i 22 mesi di reclusione 28 degli 80 imputati nel procedimento in corso a Bari sul presunto riciclaggio, anche all’estero, di denaro derivante da attività illecite, di evasione fiscale e frode sulle forniture di carburante.
Altri 18 imputati, tra i quali l’imprenditore Francesco Giordano e il pluripregiudicato Emanuele Sicolo (che saranno prima interrogati), hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato. L’udienza preliminare si celebra dinanzi alla gup del Tribunale di Bari Ilaria Casu, nell’aula “bunker” di Bitonto.
I pm della Dda di Bari Fabio Buquicchio e Bruna Manganelli hanno chiesto il rinvio a giudizio per avvocati, un commercialista, imprenditori, oltre a esponenti del clan mafioso Parisi di Bari. Sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alle frodi fiscali, al riciclaggio e all’autoriciclaggio dei relativi proventi, nonché al trasferimento fraudolento di valori, al contrabbando di prodotti energetici, alle estorsioni, al traffico di droga e alla detenzione illegale di armi con aggravante mafiosa. Gli inquirenti ritengono di aver accertato un volume di affari illecito pari a circa 170 milioni di euro.
Tra gli altri 34 imputati che rischiano il processo con rito ordinario ci sono gli avvocati baresi Massimo Roberto Chiusolo, Fabio Mesto e Pierdomenico Bisceglie: i tre legali sono accusati di quattro episodi di trasferimento fraudolento di valori. Nel procedimento si sono costituiti parti civili il Ministero dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate. Si tornerà in aula il 1 giugno per l’interrogatorio di Giordano. Il calendario di udienze prevede già altre 3 date fino alla fine del mese per le discussioni degli abbreviati e dell’udienza preliminare. L’8 luglio è prevista la sentenza.