«Il dolore della famiglia, le parole di una madre che incessantemente chiede chiarezza e il ritorno dell’amato figlio da una terra lontana devono continuare a essere ascoltati». Lo afferma Francesco Zaccaria, sindaco di Fasano, intervenendo sulla questione relativa alla morte di Marcello Vinci, scomparso in circostanze «ancora vaghe» il 6 marzo scorso a Chengdu, in Cina.
La madre del giovane, Angela Berni, nelle scorse ore ha rilasciato dichiarazioni in cui affermava di non credere che il figlio si sia suicidato e che sul suo corpo non è stata ancora effettuata l’autopsia. La donna, inoltre, denunciava che per la restituzione della salma la Cina chiede 30mila euro.
Angela Berni ha rivolto un appello alla Farnesina a cui si aggiunge, oggi, quello del primo cittadino fasanese che ha scritto al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e al Consolato Generale d’Italia a Chongqing ringraziando e mostrando «estrema soddisfazione per il sollecito intervento» di Farnesina e Console «che per competenza e indirizzo e sulla base dei principi del diritto internazionale hanno il compito di intrattenere e regolare il rapporto con uno Stato straniero, le cui leggi e procedure sono diverse da quello italiane».
Il sindaco si dice disponibile a qualsiasi forma di collaborazione: «Mosso da sincero e umano coinvolgimento verso le persone coinvolte – afferma -, ritengo di dover offrire, in rappresentanza dell’istituzione locale, ogni necessario sostegno alle future iniziative che il ministero e il consolato generale d’Italia intenderanno assumere per Marcello e la sua famiglia».
Zaccaria aggiunge che «stupisce e addolora la notizia dell’estrema e immotivata onerosità riferita al rientro della salma di Marcello in patria» e ricorda come la notizia della scomparsa del giovane concittadino fasanese «abbia portato sgomento nell’intero Paese», sottolineando come la vicenda «non merita e non deve essere relegata alle cronache della stampa che tra l’altro diventano sempre più sporadiche».