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Manfredonia, conosce una donna al supermercato e la perseguita per un anno: arrestato un 65enne

Si sarebbero conosciuti in un supermercato, incontrandosi casualmente, poi lui avrebbe cominciato a perseguitarla arrivando a inviare alla famiglia della donna anche fotografie dal contenuto sessuale, probabilmente modificate. Un 65enne è finito agli arresti domiciliari con le accuse di stalking e revenge porn. La vittima è una 40enne di Manfredonia, sposata e madre di due…

Si sarebbero conosciuti in un supermercato, incontrandosi casualmente, poi lui avrebbe cominciato a perseguitarla arrivando a inviare alla famiglia della donna anche fotografie dal contenuto sessuale, probabilmente modificate.

Un 65enne è finito agli arresti domiciliari con le accuse di stalking e revenge porn. La vittima è una 40enne di Manfredonia, sposata e madre di due figli.

L’arresto è stato eseguito sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Foggia su richiesta della procura.

Secondo quanto accertato la vicenda (che si sarebbe protratta per un intero anno dal 2023 al 2024) avrebbe avuto inizio dopo incontri casuali in luoghi ordinari come il supermercato. L’uomo avrebbe tentato di intraprendere una relazione con la donna ma al suo rifiuto avrebbe iniziato a perseguitarla costringendola a modificare le sue abitudini e soprattutto “procurandole un perdurante stato di ansia”.

Secondo l’avvocata Innocenza Starace che assiste la donna, la vittima avrebbe trovato il coraggio di rivolgersi alla polizia e di denunciare l’accaduto dopo mesi e dopo avere subito anche minacce di morte.

La polizia ha sequestrato i dispositivi elettronici (telefoni, PC, tablet) dell’uomo per sottoporli a verifica.

«Grazie al lavoro congiunto mio, del pubblico ministero e del commissariato di Manfredonia, è stato posto fine allo stato di terrore e disperazione a cui era sottoposta la mia assistita e il suo nucleo familiare – ha dichiarato l’avvocata Starace -. L’atto di coraggio di denunciare, nonostante la depressione e il senso di vergogna subito per la divulgazione di immagini deve essere un monito per tutte le donne che subiscono la stessa violenza. Ci costituiremo parte civile per ottenere il risarcimento di tutti i danni psichici subiti dalla mia assistita che ha addirittura tentato il suicidio», conclude la legale.

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