Furti, rapine ed estorsioni con le indicazioni ai presunti componenti del sodalizio criminale fornite dal carcere attraverso i “pizzini” lasciati da uno degli indagati nel corso dei colloqui settimanali con la compagna. È quanto emerso dall’indagine “Nexus” che ha portato i carabinieri di Brindisi ad eseguire un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla magistratura leccese su richiesta della Dda, nei confronti di dieci persone.
Gli indagati sono accusati di aver fatto parte di un’organizzazione criminale di tipo mafioso capeggiata da uno degli attuali indagati e riconducibile ad una frangia mesagnese della “Sacra Corona Unita”, dedita alla consumazione di reati contro il patrimonio (in particolare rapine, estorsioni, furti e ricettazione).
I reati ipotizzati nei confronti delle persone coinvolte nell’inchiesta sarebbero stati commessi nel 2014, 2015 e 2018. L’attività investigativa è iniziata dopo una rapina compiuta la sera del 22 febbraio 2018 ai danni di una tabaccheria di Brindisi, che si concluse con tre arresti.
Tra le altre contestazioni l’esplosione di colpi d’arma da fuoco a scopo intimidatorio nei confronti di un’auto concessionaria di Brindisi ed il successivo incendio di alcune vetture parcheggiate nell’autosalone, con la conseguente richiesta estorsiva al proprietario.