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Mafia e voti comprati a Bari: l’ex sindaco Decaro ascoltato dalla commissione

Dinanzi ai tre commissari, negli uffici della Prefettura di Bari, ieri è stato il giorno dell’ex sindaco Antonio Decaro. Nei prossimi giorni, come da calendario, sarà sentito anche il suo direttore generale, Davide Pellegrino, e il comandante della polizia municipale Michele Palumbo. L’inchiesta L’ascolto di Decaro, ora alla presidenza della commissione europea per l’Ambiente, e…

Dinanzi ai tre commissari, negli uffici della Prefettura di Bari, ieri è stato il giorno dell’ex sindaco Antonio Decaro. Nei prossimi giorni, come da calendario, sarà sentito anche il suo direttore generale, Davide Pellegrino, e il comandante della polizia municipale Michele Palumbo.

L’inchiesta

L’ascolto di Decaro, ora alla presidenza della commissione europea per l’Ambiente, e quello di Pellegrino nelle prossime ore, rientrano negli accertamenti che dal 25 marzo scorso stanno conducendo i tre 007 nominati dal ministro Piantedosi per accertare (o escludere) se vi siano state infiltrazioni mafiose all’interno del Comune di Bari negli ultimi 5 anni, da quando cioè è stata eletta in Consiglio Maria Carmen Lorusso, moglie dell’avvocato barese Giacomo Olivieri, entrambi imputati nella maxinchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bari “Codice Interno”.

I commissari

Il 25 marzo scorso, su disposizione del ministro dell’Interno, si erano insediati negli uffici del Palazzo di Governo l’ex prefetto (è stato tra l’altro, a Taranto) 70enne Claudio Sammartino, il viceprefetto avellinese 56enne Antonio Giannelli e il 37enne pugliese Giuseppe Pio Stola, capitano della Guardia di finanza. I tre avevano avuto tre mesi di tempo, prorogabili per altri tre (come prevede la legge) per esaminare lo “stato di salute” del Comune di Bari.

Il rischio infiltrazione

Dalla maxinchiesta era emerso, in numerosi casi, uno stretto intreccio fra mafia e politica. Le intercettazioni, eseguite dagli uomini della Squadra Mobile di Bari (coordinati dal dirigente Filippo Portoghese) avevano svelato una compravendita di voti a supporto proprio di Mari Lorusso, grazie all’interessamento di suo marito, l’ex consigliere regionale Olivieri e di suo padre, l’oncologo Vito Lorusso. A supportarla, secondo i pm antimafia Fabio Buquicchio, Marco D’Agostino e Federico Perrone Capano, sarebbero stati in particolare i clan mafiosi del quartiere Japigia Parisi-Palermiti, e alcuni esponenti del rione San Paolo.

Il caso Amtab

Il punto di approfondimento con l’ex primo cittadino Decaro, ieri, è stato quello della municipalizzata Amtab, nella quale sono state accertate numerose assunzioni di affiliati ai Parisi-Palermiti. Una circostanza sulla quale sono stati già auditi in commissione parlamentare antimafia il procuratore Roberto Rossi, la presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari, Giulia Romanazzi e il Governatore Michele Emiliano.

Le due vigilesse

Toccherà ora al comandate della polizia municipale, Michele Palumbo, tra qualche giorno, relazionare ai commissari sulla posizione di due vigilesse (poi licenziate), che avrebbero fatto ricorso all’aiuto dei clan per questioni private. Le migliaia di ore di intercettazioni telefoniche avrebbero accertato numerosi contatti telefonici con gli esponenti dei gruppi malavitosi.

La chiusura del cerchio

Una volta concluse tutte le audizioni (ce ne sono anche altre, meno importanti), i tre commissari relazioneranno direttamente al ministro Piantedosi, che valuterà quanto messo nero su bianco, per poi decidere se adottare provvedimenti (come, ad esempio il commissariamento del Comune di Bari) o dichiarare sana l’attuale amministrazione comunale.

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