Mafia e politica a Manfredonia: la cronista da uccidere e le teste da far saltare

Una cronista troppo scomoda? «Quella morirà!». Politici non adeguati ai disegni criminali? «Farò saltare teste pesanti». Funzionari troppo zelanti? «Lo devo scannare, come un porco». Ex sindaco che non ottempera alle richieste? «Per me quella razza là è morta».

Gli intrecci tra mafia e politica a Manfredonia sembrano aver fatto un salto di qualità, grazie anche – come si legge nelle carte dell’inchiesta “Giù le mani” – all’azione dell’ex assessore ai lavori pubblici, Angelo Salvemini, e ai suoi presunti dossieraggi contro amministratori e funzionari. «Negli ultimi mesi abbiamo espresso varie volte preoccupazione per la situazione di Manfredonia, promuovendo la mobilitazione “LiberiAmo Manfredonia” e lavorando insieme alla Diocesi e a molte realtà della città per costruire percorsi di conoscenza e consapevolezza», sottolineano dal coordinamento provinciale di Libera.

Sulle rive del Golfo è di nuovo alta marea, ma questa volta le onde sono più alte e allagano una città tramortita dal nuovo “tradimento” della politica. «A tre mesi dal rinnovo del Consiglio comunale la sfiducia dei cittadini è palpabile. La recente inchiesta ha reso granitica una certa convinzione: quella che non cambierà mai niente», afferma Maria Teresa Valente, già candidata sindaca nel 2021, e ora tra coloro che cercano di ridare corpo a una proposta di governo della città di Manfredonia «dove amministratore non sia gestione del potere, ma capacità di governo della città», anche nella difficile situazione di comporre il campo largo sulle rive del Golfo, dove il moto ondoso dell’inchiesta continua a sommergere la città.

Perché rispetto ai condizionamenti della criminalità nella precedente amministrazione Riccardi, questa volta le infiltrazioni che emergono dalle carte dell’inchiesta lanciano un allarme che risuona in ogni angolo della città, anche se Libera esorta «Non dobbiamo abituarci a tutto questo», a una pagina «molto brutta», come evidenzia ancora Maria Teresa Valente che aggiunge «Serve che lo Stato continui a sostenere gli sforzi della parte sana di Manfredonia, affiancando il cammino di chi vuole legalità e trasparenza, ridando fiducia ai cittadini in una politica sana e lontana dai condizionamenti dei portatori di voti».

E magari intervenendo sulla tecnostruttura che «va rinforzata e maggiormente vigilata», conclude Valente.

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