Sostituire il carcere con i domiciliari. È la richiesta che gli avvocati dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, arrestato il 26 febbraio scorso per scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione, hanno fatto al gup di Bari Giuseppe De Salvatore.
La Dda ha dato parere negativo, la decisione del giudice non è ancora arrivata.
Olivieri è una delle figure chiave dell’inchiesta “Codice interno“, che ha svelato i presunti incroci tra mafia, politica e imprenditoria cittadina e portato all’esecuzione di 130 arresti.
Secondo l’accusa, Olivieri avrebbe comprato i voti dai clan Parisi, Strisciuglio e Montani per favorire l’elezione al consiglio comunale di Bari, nel 2019, della moglie Maria Carmen Lorusso.
Anche Lorusso è coinvolta nell’inchiesta, e dopo aver trascorso diversi mesi ai domiciliari è recentemente tornata in libertà. Oggi era in tribunale per un’udienza del suo processo accanto agli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta, gli stessi di Olivieri.
L’indagine si è divisa in due filoni processuali: in abbreviato ci sono 109 imputati, tra cui Olivieri, che verrà sottoposto a esame il prossimo 27 novembre. In ordinario ce ne sono 15, tra cui Lorusso e il padre Vito, oncologo in carcere per altre vicende.