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Mafia e droga nel Barese, scarcerato un 32enne: «Niente associazione mafiosa»

Un nuovo capitolo si è aperto nell'ambito dell'ampia inchiesta che ha portato all'arresto di decine di presunti affiliati al clan Parisi-Palermiti, una delle organizzazioni criminali più attive nel quartiere Japigia di Bari. La giudice per le indagini preliminari di Bari, Valeria Isabella Valenzi, ha infatti disposto la scarcerazione di Pasquale Leonardo Tritta, 32enne coinvolto nell'operazione…

Un nuovo capitolo si è aperto nell’ambito dell’ampia inchiesta che ha portato all’arresto di decine di presunti affiliati al clan Parisi-Palermiti, una delle organizzazioni criminali più attive nel quartiere Japigia di Bari. La giudice per le indagini preliminari di Bari, Valeria Isabella Valenzi, ha infatti disposto la scarcerazione di Pasquale Leonardo Tritta, 32enne coinvolto nell’operazione di polizia dello scorso marzo.

L’arresto di Tritta era avvenuto nell’ambito di un’indagine complessa, condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Bari e dai carabinieri, che aveva portato alla luce un presunto sodalizio criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti. A Tritta erano state contestate, oltre all’associazione finalizzata al traffico di droga con l’aggravante mafiosa, anche diverse condotte di spaccio risalenti al 2017.

Tuttavia, le indagini successive ed una recente sentenza della Cassazione hanno portato ad un ribaltamento di fronte. La Suprema Corte ha infatti annullato, senza rinvio, l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Tritta in relazione al reato di associazione mafiosa, considerato il pilastro accusatorio. Di conseguenza, la gip ha ritenuto che le altre accuse, più datate e non corroborate da ulteriori elementi, non giustificassero più la permanenza in carcere del 32enne.

Gli avvocati difensori di Tritta hanno sottolineato come l’annullamento dell’accusa di associazione mafiosa intacchi l’intero impianto accusatorio, rendendo fragili anche le altre contestazioni. La scarcerazione di Tritta rappresenta una svolta significativa nell’inchiesta, che potrebbe avere ripercussioni anche sulle posizioni degli altri indagati. Gli inquirenti dovranno ora rivalutare attentamente tutti gli elementi probatori raccolti e valutare se procedere con nuove indagini o archiviare alcune posizioni.

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