Sono diventate definitive le pene tra i due e gli undici anni di carcere a carico di undici persone condannate per una serie di reati commessi ad Altamura tra il 2018 e il 2019. Si tratta di persone ritenute vicine al clan Loiudice, legato prima al clan Parisi-Palermiti – egemone in quegli anni nella città murgiana – e successivamente al clan Capriati di Bari. Gli ordini di carcerazione, emessi dalla Procura del capoluogo pugliese, sono stati eseguiti dai carabinieri.
Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari e condotte dai militari con appostamenti, pedinamenti e con il supporto delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito, già a novembre del 2021, di arrestare 24 persone.
L’inchiesta avrebbe fatto emergere come il gruppo mafioso si sia sviluppato ad Altamura intorno alla figura del boss, che avrebbe acquisito sempre più potere con «metodi violenti praticati per la commissione di numerosi reati, compiuti tanto per realizzare ingenti profitti illeciti quanto per affermare il controllo criminale nella zona», spiegano i carabinieri in una nota.
Sarebbe poi stato accertato come l’organizzazione mafiosa riuscisse a condizionare anche aste pubbliche promettendo denaro per far sì che fossero vinte da alcune persone o attraverso violenza o minaccia nei confronti degli altri partecipanti così da scoraggiarli a partecipare. Infine, sarebbe stato documentato come il sodalizio gestisse, in regime di monopolio, tutte le fiorenti piazze di spaccio di Altamura, alimentandole con regolarità di cocaina, hashish e marjuana.
Nel corso delle indagini è stato sequestrato un considerevole quantitativo di sostanze stupefacenti oltre a un’attività commerciale e un’auto di grossa cilindrata, per un valore complessivo superiore ai 150mila euro. A febbraio dello scorso anno, poi, sono stati sequestrati quasi 163mila euro riconducibili al capo del clan Loiudice.
Nell’ambito dell’inchiesta, infine, sono stati identificati i responsabili della rapina con sequestro di persona avvenuta il 15 marzo del 2019 ai danni di due coniugi, titolari di una nota attività commerciale di Altamura. Nell’occasione, i rapinatori, armati di pistola, dopo aver legato e picchiato l’uomo, si erano impossessati di circa 51mila euro.
Le pene inflitte con gli odierni provvedimenti oscillano tra i due e agli undici anni di reclusione.
Gli ordini di carcerazione sono stati eseguiti nei confronti di Michele Acquaviva, 44 anni (condannato a 8 anni, 1 mese e 10 giorni); Giuseppe Dileo, 26 anni (condannato a 11 anni di reclusione); Giacinto Michele Ferrulli, 60 anni (condannato a 5 anni, 6 mesi e 10 giorni); Salvatore Giacomobello, 35 anni (condannato a 9 anni, 11 mesi e 12 giurni di reclusione); Domenico Lagonigro, 39 anni (condannato a 5 anni e 6 mesi); Alberto Loiudice, 34 anni (condannato a 9 anni, un mese e 10 giorni di reclusione); Paolo Loiudice, 70 anni (condannato a 10 anni); Filippo Miglionico, 35 anni (condannato a 5 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione); Lorenzo Aruanno, 55 anni (condannato a 4 anni di reclusione); Pietro Galetta, 51 anni (condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione); Francesco Caputo, 61 anni (condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione).