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Mafia a Bari, via al processo per “Codice interno”: la Procura deposita nuove intercettazioni

Le conversazioni avvenute attraverso chat criptate, con l'utilizzo di sim canadesi, sono le nuove intercettazioni depositate dalla Procura di Bari nel processo con rito abbreviato derivante dall'indagine Codice interno che ha svelato presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria e che portò, a febbraio scorso, all'arresto di 130 persone. Il processo in abbreviato, che vede…

Le conversazioni avvenute attraverso chat criptate, con l’utilizzo di sim canadesi, sono le nuove intercettazioni depositate dalla Procura di Bari nel processo con rito abbreviato derivante dall’indagine Codice interno che ha svelato presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria e che portò, a febbraio scorso, all’arresto di 130 persone.

Il processo in abbreviato, che vede 109 imputati tra cui l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri – a cui sono contestati i reati di scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione – e i boss del quartiere Japigia di Bari Savino “Savinuccio” Parisi ed Eugenio Palermiti, è iniziato oggi con la richiesta di costituzione a parte civile, tra gli altri, della Regione Puglia, del Comune di Bari e dell’associazione antimafia “Libera”.

Le intercettazioni, depositate dai pm della Dda Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino e acquisite nell’ambito di un altro procedimento, riguardano alcuni degli imputati legati alla criminalità organizzata.

Per decriptare il contenuto delle chat, gli inquirenti baresi sono stati aiutati dalle autorità francesi e olandesi.

L’udienza davanti al gup Giuseppe De Salvatore è stata rinviata al prossimo 9 ottobre, quando si deciderà sull’ammissione delle parti civili e accusa e difesa potranno disquisire su queste nuove intercettazioni.

Altri 15 imputati coinvolti nell’inchiesta, tra cui l’ex consigliera comunale di Bari Maria Carmen Lorusso e il padre Vito, oncologo in carcere per altre vicende giudiziarie, sono invece a processo in ordinario. A Maria Carmen Lorusso è contestato il reato di scambio elettorale politico-mafioso: per l’accusa, la sua elezione al Consiglio comunale nel 2019 sarebbe stata favorita dai voti della criminalità organizzata, raccolti dal marito Giacomo Olivieri.

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