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Mafia a Bari, si allarga l’inchiesta: assunzioni in Amtab tramite agenzie per il lavoro

In principio fu l’assunzione, nel 2004, di Michele De Tullio, detto “sotto ghiaccio”, imparentato con Battista Lovreglio (tramite sua sorella Maddalena), che a sua volta è il cognato di Savino Parisi. Il primo atto, andando a ritroso nel tempo, della saga che ha coinvolto l’Amtab, fino a farla finire sotto commissariamento per infiltrazione mafiosa, risale…

In principio fu l’assunzione, nel 2004, di Michele De Tullio, detto “sotto ghiaccio”, imparentato con Battista Lovreglio (tramite sua sorella Maddalena), che a sua volta è il cognato di Savino Parisi. Il primo atto, andando a ritroso nel tempo, della saga che ha coinvolto l’Amtab, fino a farla finire sotto commissariamento per infiltrazione mafiosa, risale a ben 20 anni fa.

Nelle 22 pagine che compongono il provvedimento adottato due settimane fa dal tribunale di Bari, in parallelo agli oltre 130 arresti nella maxinchiesta sul voto di scambio elettorale-mafioso, si racconta la storia di quelle infiltrazioni, delle mani del clan Parisi sull’economia pulita.

Storia di relazioni e di posti di lavoro attribuiti a componenti di organizzazioni malavitose, che avrebbero messo radici, interfacciandosi sia con i vertici della municipalizzata che con sodali e parenti.

Si evincono dalle intercettazioni, ne parlano i collaboratori di giustizia. E viene fuori che nel 2018 un ruolo, nell’attribuzione dei “cartellini” agli amici del clan, l’avrebbero avuto anche le ex agenzie interinali, ora definite Agenzie per il lavoro, che si sarebbero prestate a “certificare” all’Amtab, in occasione di eventi come la Campionaria, l’assunzione a breve termine di nominativi decisi a monte.

Lo precisano gli stessi giudici nel provvedimento: «Evidentemente, l’Agenzia del lavoro incaricata, in forza di pregressi opachi accordi, si rende disponibile a certificare, con una falsa attestazione, l’idoneità delle sole persone segnalate – si legge – a prescindere dalle reali qualità attitudinali richieste. In questo modo, le persone segnalate vengono avviate all’attività preposta».

Nel giugno 2019, la situazione si presenta nuovamente, e questa volta per un’assunzione più lunga, per circa due mesi: ad intervenire in favore di suo cugino è Tommaso Lovreglio, che già un anno prima aveva imposto i suoi nominativi. In una telefonata sotto intercettazione, il 18 giugno Lovreglio accenna a Tommaso Gargano la possibilità di un’assunzione temporanea «per un paio di mesi», piuttosto che per concorso, gestita dall’Agenzia per il lavoro. Possibilità che trova in risposta l’entusiasmo ma anche le perplessità di Gargano, che lo avverte di non avere i requisiti per il concorso.

Ma Lovreglio lo rassicura, spiegandogli che quelli dell’Agenzia «lo chiameranno domani, dopodomani, in questa settimana». E in effetti, il 19 giugno Lovreglio dice a Gargano che l’Agenzia lo sta cercando, di andarci di corsa. Dal 20 giugno fino al 1 ottobre 2019, e poi ancora dal 20 agosto 2020 fino all’attualità, Gargano risulta assunto dall’agenzia.

In una telefonata registrata dalle microspie degli investigatori della Squadra Mobile, poi, Lovreglio commenta che Gargano «è in postazione», cioè che lavora all’interno delle strutture della municipalizzata.

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