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Mafia a Bari, i primi indagati in udienza al Riesame: in dieci hanno discusso

Sono cominciate, con i primi dieci imputati, le discussioni dinanzi ai giudici del Riesame del tribunale di Bari, che riguardano gli indagati nell’inchiesta “Codice Interno”, conclusasi 15 giorni fa con oltre 130 arresti, e che ha svelato gli intrecci fra criminalità e politica locale. Le indagini, condotte dagli investigatori della Squadra Mobile (diretti da Filippo…

Sono cominciate, con i primi dieci imputati, le discussioni dinanzi ai giudici del Riesame del tribunale di Bari, che riguardano gli indagati nell’inchiesta “Codice Interno”, conclusasi 15 giorni fa con oltre 130 arresti, e che ha svelato gli intrecci fra criminalità e politica locale.

Le indagini, condotte dagli investigatori della Squadra Mobile (diretti da Filippo Portoghese) e coordinate dai pm antimafia Fabio Buquicchio, Marco D’Agostino e Federico Perrone Capano, riguardano in particolar modo un modus operandi, che avrebbe fatto del voto di scambio politico-mafioso il fulcro di una voluminosa attività, fatta di accordi, banconote e posti di lavoro.

L’inchiesta ha portato alla luce, in particolare, la figura centrale dell’avvocato, ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, che avrebbe stretto accordi affaristici con i clan dei quartieri Japigia e San Paolo, nel 2019, perché portassero voti a sua moglie Maria Carmen Lorusso, eletta consigliera comunale a maggio 2019, con la lista “Di Rella sindaco”.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, grazie all’utilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali, Olivieri avrebbe avuto un rapporto particolarmente fruttuoso con Tommaso Lovreglio, figlio del più nota Battista e nipote del capoclan Savino Parisi. Secondo l’accusa, supportata da registrazione audio e video, nei mesi antecedenti la tornata elettorale, i due si sarebbero incontrati più di una volta, anche a cena. Il trait d’union sarebbe stato, almeno inizialmente, il suocero di Olivieri, l’oncologo Vito Lorusso (anche lui ai domiciliari come sua figlia Maria Carmen), che aveva in cura un altro parente stretto di Savinuccio. Proprio grazie a questo legame, il clan di Japigia avrebbe avuto un ruolo speciale ne meccanismo messo in piedi da Olivieri e finalizzato a piazzare sua moglie al Consiglio Comunale.

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