Mafia a Bari, i nuovi progetti di Giacomo Olivieri: «Io se mi candido lo faccio per vincere»

«L’applicarsi nel permeare e corrodere il tessuto amministrativo ed economico da parte di Giacomo Olivieri non ha mostrato avere soluzione di continuità e non si è arrestato nemmeno con la conclusione della tornata elettorale del 26 maggio 2019». Ne sono persuasi gli inquirenti della Dda di Bari, che si sono basati sul lavoro degli agenti della Squadra Mobile di Bari e, in particolare sulle migliaia di intercettazioni. Dialoghi «che – per gli investigatori – dimostrano che Olivieri ha continuato a mirare ad incarichi pubblici». Una conversazione, in particolare, lo racconta: quella con il collega di studio, ex presidente del II Municipio (Poggiofranco, Carrassi, San Pasquale, Picone), l’avvocato Andrea Dammacco, in quota nella competizione elettorale amministrativa del 2014 alla formazione politica “Realtà Italia”. È il 4 giugno, Maria Carmen Lorusso è stata eletta e si fanno nuovi progetti.

Giacomo: «Tutti stavano, imprenditori dai 100mila euro in su, ti faccio i nomi… Dopodiché io una sera li ho chiamati, “eh, mo vediamo …”, mi hanno portato ngann ngann, al che ho detto “penso a mia moglie e finisce la storia, anche perché là con Vito Lacoppola e Alessandra Anaclerio Mari va d’accordo, con la figlia di Pennisi …».

Andrea: «Pure!

G.: «Con Gianni, io Gianni lo amo, è commissario a Foggia, m’ha fatto un favore. Tammacco mi sta leccando il culo che vuole che aiuto alla Regione, e capocchie deve avere… se non sgancia… perché Tammacco può essere aiutato alla… anzi, dividiamo le forze».

A.: «Si può fare».

G.: Mò, tu vuoi aiutare Tammacco?».

A.: «Si desse da fare».

G.: «Gli dico “Savè, io chi ha un sacco di voti che non si è mosso per me, ma ha almeno mille voti è Andrea… (incomprensibile)… 10 per cento molli, è vero?” (risatina). Detraiamo i 1.500 e incartiamo! Mò li dobbiamo crepare a tutti. Ci vado alla Regione, no? Che me ne frega! Io ho fatto una cosa scientifica, come sempre».

A.: «Cioè io quando ho visto il risultato… non è possibile».

G.: «Ma perché si è fermato… non stanno i soldi».

A.: «Non ha fatto più niente».

G.: «Non hai fatto gli spot. Tu sei quello che era presidente del Municipio Dopo di che da presidente del Municipio, lui merda non ti ha riconfermato… sei in attesa di un risarcimento».

A.: «Sto in credito!»

G.: «Perché se ti candidavi, quella cacata che volevi fare e prendevi 120 voti a mo’ degli altri… erano cazzi amari. Invece così sei in centro-sinistra, un domani Emiliano può dare un incarico, lo può dare, che ne sappiamo… è tutto da giocare. Poi io, ha vinto Decaro, amen, basta. Cinque anni, ho detto “Mari, rilassati”.

A.: «Pertanto, opposizione o maggioranza non conta un cazzo».

G.: «Opposizione… ma che opposizione Andrea? noi votiamo a favore. Ma perché devo fare opposizione? Non c’è nulla da sbraitare, da fare non c’è nulla, calma».

A.: «Poi verranno tutti a cercare, Emiliano sarà il primo».

G.: «Sarà il primo a venire a cercare, noi stiamo tranquilli».

A.: «Sempre loro avranno bisogno».

G.: «E loro, “ma io faccio l’assessore”… Ma fare l’assessore con Decaro non conta un cazzo. Poi mi sono visto con Nino… son contento che Alessandro è passato… a Nino è andata bene. Tutta “Realtà Italia” sta dentro. Sta Pennisi … sta dentro. Lacoppola sta dentro, Neviera sta dentro, Di Giorgio sta dentro, tutti dentro!».

A.: «Quindi…».

G.: «E sono tutti parcellizzati.

A.:«Se io penso, veramente, tutta la lista di “Realtà Italia” sta tutta dentro».

G.: «Più Mari, cioè Mari ha sostituito Brandi e Brandi fa il presidente del Municipio. Più dentro di così… Facessero te assessore esterno ed è perfetto. Ehi, il primo incasso che ti capita prendo 200mila euro… li dò (incomprensibile)… e faccio l’assessore esterno!».

A.: «L’obiettivo…».

G.: «Allora ieri ho spiegato a … “ma tu…” … “no, il problema è che voi non conoscete Decaro, con Decaro tu non conti un cazzo, vedi Maselli”. Maselli è stato spremuto! Quindi o …».

A.: «Non conti un cazzo. E questa volta sarà ancora di più, visto il consiglio comunale che ha».

G.: «Quindi, o cerchi di sostituirlo… Andrea, ma a quello del consiglio comunale non gliene sbatte un cazzo, quello va avanti a Caterpillar… Quindi o cerchi di sostituirlo, e ci abbiamo provato, dopo di che Di Rella non è riuscito a sostituirlo. Vabbè, amen, ma io perché devo fare la lista con Decaro se non contavo un cazzo lo stesso?».

A.: «Io con questa scelta ero d’accordo e sono d’accordo, e Di Rella era difficile perché era meglio Olivieri sindaco… cioè voglio dire è comunque la candidatura del sindaco… Non si fa perché uno è bello e bravo, ce lo siamo detti».

G.: «Andrè, io se mi candido, mi candido per vincere!».

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