“Madonnaro” ucciso durante una colluttazione a Lecce: 9 anni all’imputato

Si chiude con la condanna a nove anni di reclusione per Mamadou Lamin, 24enne senegalese, il processo per la morte di Antonio Vitale, il 69enne di Oria conosciuto come il “madonnaro”.

L’uomo morì dopo una settimana di agonia al “Vito Fazzi” di Lecce dove vi era giunto a seguito di una caduta avvenuta nei pressi della stazione ferroviaria di Lecce durante una colluttazione. Il processo si è celebrato con il rito abbreviato dinanzi al giudice Marcello Rizzo. La sostituta procuratrice Giorgia Villa aveva invocato una pena di dieci anni.

Il senegalese finì in carcere per rapina e omicidio preterintenzionale. Durante l’interrogatorio di garanzia Lamin riferì di aver agito per disperazione. Dopo aver adescato il madonnaro in una kebabberia e aver notato dei soldi in una valigetta in suo possesso iniziò a seguirlo. Nel tentativo di sottrarre il denaro i due finirono per terra. Il 24enne si alzò fuggendo o con i soldi, in tutto 37 euro, mentre il 69enne rimase steso sul marciapiede in una pozza di sangue. Come stabilì il medico legale Alberto Tortorella, a causare la morte di Vitale fu un’emorragia cerebrale.

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