La Asl e la Prefettura della Bat raggiungono un accordo per affrontare il problema della tossicodipendenza. La stretta da parte degli enti è finalizzata a una migliore presa in carico di persone che fanno uso di sostanze stupefacenti e a una maggiore informazione e sensibilizzazione sul fenomeno.
“Purtroppo attualmente vediamo aumentare il numero dei giovani che fa uso di sostanze stupefacenti e anche di alcol”, spiega la direttrice della Asl della Bat, Tiziana Dimatteo. “Con questo protocollo, vogliamo intervenire oltre che per rafforzare le loro prese in carico anche per svolgere un importante compito di informazione e dare consapevolezza ai nostri giovani di quelli che sono i rischi e i danni che derivano dall’abuso di sostanze stupefacenti”.
L’accordo raggiunto tra le parti, della durata di due anni e composto da dieci articoli, spiega le modalità di azione di entrambi gli enti, soffermandosi sulla velocità di esecuzione dei colloqui e prevedendo anche “un’attività di ricerca mirata volta a riflettere sugli aspetti di cambiamento del fenomeno per darne ampia diffusione”.
Anche il Prefetto della Bat si sofferma molto sui benefici che potrà portare questo legame con la Asl: “È essenzialmente un protocollo che può migliorare il trattamento, consente un trattamento congiunto da parte della Prefettura e da parte della Asl. Questo significa che al di là dell’aspetto sanzionatorio che occupa principalmente la Prefettura, c’è un momento di attenzione per quello che riguarda la prevenzione, il recupero, i percorsi che queste persone possono e devono seguire attraverso i servizi della Asl”. Seguono anche delle dichiarazioni riguardo al primo accordo stoppato dalla pandemia: “Rispetto al primo protocollo sottoscritto nel 2019 ed eliminando gli anni della pandemia in cui questa collaborazione si è dovuta per forza di cose stoppare, abbiamo raddoppiato il numero dei colloqui e soprattutto la Asl ha una mappatura e il polso della situazione per le attività di recupero”.
Sempre Tiziana Dimatteo ha parlato anche delle gravi difficoltà in cui vertono i giovani e della possibilità di poterli aiutare: “Oggi vediamo che anche gli adolescenti, quindi già a 14 – 15 anni iniziano, a volte anche per gioco, a provare senza rendersi conto dei rischi che corrono. Noi ci siamo, ci siamo attraverso i nostri servizi territoriali che oggi sono ancor più ampliati da questo protocollo che dà possibilità di accedere tramite la prefettura. Questo ci consentirà di intercettare tempestivamente i casi in modo da poterli prendere in carico attraverso un percorso riabilitativo terapeutico”.