L’indagine sulle speculazioni nel turismo salentino: un bosco in fiamme per fare spazio al parcheggio

C’è anche il racconto di un incendio doloso con finalità espansionistiche nell’inchiesta della Guardia di finanza che ha ristretto ai domiciliari, fra gli altri, l’imprenditore Cesario Faiulo, 56enne di Casarano, ma attivo con i suoi affari a Gallipoli, «attraverso un arcipelago di società, sia pure tramite prestanome, ma a lui riconducibili».

A un certo punto delle intercettazioni spunta una telefonata eloquente, che fa seguito a una conversazione captata giorni prima che annunciava quello che poi è successo: l’incendio di un’area boschiva sulle cui ceneri realizzare parcheggi a pagamento per gli avventori della discoteca Ten, sempre a Gallipoli.

Al vaglio degli inquirenti l’episodio avvenuto il 21 giugno del 2019, nei pressi della struttura ricettiva Ten, quando le fiamme provocarono la distruzione di un ettaro di area boschiva e con questa di alberi di pino e il mandante. Secondo il sostituto procuratore Alessandro Prontera, sarebbe stato proprio Faiulo, con l’obiettivo di lucrare su quell’area, adibendola in soste a pagamento, a distruggerla.

Emanuele Piccino, amico di Cesario, anche lui ai domiciliari, parlando con un carabiniere “amico” racconta: «È venuto Marco ora (Fumarola)… mi ha detto che là Cesario ha dato… il parcheggio è andato a fuoco… il parcheggio di Cesario… fuori… dove lo sua per parcheggiare le macchine». Il carabiniere replica ribaltando il senso della conversazione temendo ascolti giudiziari. «Ah, va bene… quindi incendio doloso è stato». Ma qualche giorno prima, il 18 giugno del 2019, Piccino insieme a un gestore dei parcheggi di pertinenza del Ten raggiunsero in auto il sito della discoteca in località Li Foggi.

Piccinno disse: «Qua ora dà tutto a fuoco… meglio, così noi entriamo un po’ più di macchine… non se lo toglie mai quel vizio», avrebbe detto anticipando la commissione dell’incendio. «Il suo tentacolare potere si esprime dal Comune di Gallipoli, alla Regione Puglia, sino ai gangli dell’amministrazione della giustizia e della polizia giudiziaria. Di fatto egli esercita un annoso potere condizionante l’economia e la pubblica amministrazione, locale e regionale, quantomeno. I complessi immobiliari realizzati sono l’espressione più tangibile della compiacente azione di dirigenti e funzionari in servizio e già in servizio presso la pubblica amministrazione gallipolina. E tanto si è tradotto nello sfruttamento intensivo di bellezze naturalistiche e paesaggistiche gallipoline, finanche autenticamente saccheggiate», si legge ancora nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice Marcello Rizzo, e il riferimento conclusivo è proprio all’episodio incendiario che pure gli viene contestato con una sfilza di altri reati.

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