Torna in libertà Armando Defrancesco, fidato braccio destro di Sandro Cataldo, se non in quei quattro mesi del 2021, quando per un violento litigio con il suo “padrino”, andò a spiattellare tutto quello che sapeva, 20 anni di vita professionale e politica, al finanziere Gerardo Leone.
Il provvedimento
La revoca degli arresti domiciliari è stata decisa dalla stessa gip che aveva firmato l’ordinanza, Paola Angela De Santis, su richiesta del difensore, l’avvocato Nicola Quaranta e nonostante il parere contrario della Procura, con due motivazioni: la prima è che ormai si sono concluse le elezioni amministrative, e dunque non si profilano più esigenze cautelari (pericolo di reiterazione del reato). La seconda è che a fronte del tempo passato dai fatti contestati (sarebbero avvenuti nel 2021), spiega la giudice, sono scaduti i termini delle indagini preliminari senza che sia stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Sono peraltro in scadenza (il 3 luglio prossimo) quelli relativi alle accuse di falso e calunnia.
Il passo falso
Nasce dalle dichiarazioni di Defrancesco, di giovane uomo ferito nelle sue ambizioni, l’inchiesta che ha smontato il meccanismo e chiuso tre anni di indagini, con l’arresto ai domiciliari per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, il 4 aprile scorso, di Sandro Cataldo, fondatore di “Sud al centro” e marito della ex assessora regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia, e di altre sette persone (6 ai domiciliari, una in carcere). È il 22 gennaio 2021 quando Defrancesco contatta il maresciallo Gerardo Leone (in quel periodo sospeso dal servizio a seguito di una denuncia fatta da Cataldo) e gli chiede di incontrarsi per parlare di “fatti e condotte illecite” commesse dal suo “peggior nemico”. Quando poi, però, dovrà formalizzare la sua denuncia, Defrancesco farà un passo indietro.
La posizione di Cataldo
Nei prossimi giorni, potrebbe tornare a chiedere il ritorno in libertà anche Sandrino, contro il quale si erano già espressi negativamente i giudici del riesame: «L’influenza politica conseguita nel tempo – scrivevano – consente pur sempre a Cataldo di avvalersi delle relazioni allacciate nel tempo per condizionare l’andamento delle campagne elettorali, soprattutto quando, come nel caso di specie, il potere politico si esercita in via indiretta». A elezioni terminate, qualcosa potrebbe cambiare anche per lui.