Legionella, la difesa degli indagati: «Manca la prova scientifica per i morti al Policlinico di Bari»

Non esisterebbe un’evidenza scientifica che i quattro decessi avvenuti nel Policlinico di Bari fra maggio 2018 e agosto 2020 siano collegati a una legionellosi contratta durante il ricovero. È quanto hanno sostenuto oggi le difese degli indagati nel corso dell’incidente probatorio chiesto dalla Procura e discusso davanti al gip Luigia Lambriola, durante il quale i periti nominati dal Tribunale di Bari hanno esposto le proprie conclusioni allo scopo di stabilire un «nesso fra l’infezione da legionella e la morte» dei pazienti.

Come hanno evidenziato gli stessi esperti, per nessuno dei casi è stato effettuato l’esame colturale, l’unico che consente di stabilire una correlazione certa fra la legionella presente negli impianti idrici di alcuni reparti e quella nei liquidi biologici dei pazienti.

Manca quindi l’identificazione fra il sierogruppo del campione biologico e il sierogruppo dei campioni ambientali. I periti ritengono tuttavia che per due pazienti l’origine dell’infezione sarebbe confermata, e in altri due casi sarebbe probabile, in quanto «tutti i casi appaiono epidemiologicamente associati alla assistenza sanitaria».

Il batterio sarebbe quindi stato contratto in ospedale «ma il criterio di identificazione genotipica della legionella tra microrganismo isolato da paziente e microrganismo ambientale non ricorre in nessuno dei quattro casi».

I pazienti (Gennaro Del Giudice, 79 anni, morto il 10 giugno 2018; Domenico Martinadonna, 68 anni, morto il 2 maggio 2019; Francesca Nuzzolese, 74 anni, morta il 26 novembre 2019; Vincenzo Ficco, 55 anni, morto il 5 agosto 2020) sono inoltre risultati «fortemente immunosoppressi – secondo la perizia – per le patologie di base da cui sono affetti e per i farmaci immunosoppressori che assumono», e pertanto l’infezione potrebbe aver contribuito a causarne il decesso.

Al termine dell’udienza di esame dei periti, durata oltre quattro ore, gli atti sono stati restituiti ai pubblici ministeri che dovranno ora decidere se esercitare l’azione penale. Le misure cautelari interdittive nei confronti di tre dirigenti del Policlinico, disposte su richiesta della Procura, furono annullate dal Tribunale del Riesame.

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